5x1000 alle associazioni? Meglio alla Chiesa Valdese - Gay.it Archivio

5×1000 alle associazioni? Meglio alla Chiesa Valdese

Solo l’1% degli iscritti al movimento gay finanzia le associazioni. Indifferenza? Di chi è la colpa? E se i leader avessero fallito il loro compito? Ecco la riflessione del direttore di Clubbing.

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Dopo aver letto questa notizia penso di non essermi sbagliato quando mi pongo in modo fortemente critico nei confronti della comunità gay e dei suoi dirigenti. Se nemmeno l’1 per cento degli iscritti alle associazioni gay ha devoluto il 5 per mille per finanziarle vuol dire che c’è un grande distacco tra associati e associazione.
Menefreghismo? Indifferenza? Mancanza di presa di coscienza? Anche altri quesiti mi ronzano nella mente. Come mai nessun omosessuale candidato è mai stato eletto con il voto gay? I nostri ex parlamentari sono stati imposti dai partiti, non erano candidati eletti e votati dalla comunità gay. Anzi penso che gli omosessuali nella stragrande maggioranza siano di destra o al massimo qualunquisti. In secondo luogo gli omosessuali mi sembrano meno generosi degli etero nel finanziare i vari movimenti e le onlus.

Non ho mai sentito che i vari Dolce & Gabbana (da Zeffirelli a Armani) abbiamo mai sganciato un euro a nostro favore. In 35 anni di onorata attività quasi mai ho ricevuto finanziamenti da sostenitori dei nostri progetti (Lambda, Babilonia, campeggi gay, guide, libri, librerie etc…), essi si reggevano grazie al volontariato e ai finanziamenti miei e dei collaboratori. Negli anni ’80, povero illuso, pensavo che prima o poi ci sarebbe stato qualche benefattore a sostenerci, mai si è verificato questo evento. Eppure i testamenti all’interno della nostra comunità falcidiata soprattutto con l’esplosione dell’AIDS (quando non c’era ancora una cura), erano rivolti a privilegiare la famiglia, almeno credo.
Facevamo collette che non coprivamo i costi delle varie attività. Quando organizzai il primo gala di raccolta fondi contro l’Aids al Teatro Ciak a Milano l’iniziativa benefica andò in perdita. Alcuni erano convinti che con i ‘froci’ sifanno i soldi. Sì qualcuno ci è riuscito soprattutto nel settore porno e nei locali gay dove si fa sesso (saune e cruising) ma i progetti culturali importanti sono falliti: Gay.tv satellitare, la libreria Babele, Babilonia e così via. Ho deciso di non aderire alla campagna dell’Arcigay per il 5 per mille, preferisco sostenere la chiesa valdese.

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Con i miei occhi ho visto dirigenti nazionali viaggiare in prima classe con i soldi del tesseramento per partecipare alle nostre manifestazioni. So con certezza che alcuni dirigenti se ne andavano in vacanza alle Maldive con i nostri finanziamenti. Personalmente agli inizi degli anni 80 ho partecipato alla nascita dell’Arcigay a Palermo con Marco Bisceglia e pochi altri. Come riconoscimento i primi anni ricevevo la tessera onoraria, ora i nuovi dirigenti (che non sanno nemmeno cosa sia il
volontariato) non si degnano nemmeno di invitarmi ufficialmente all’Europride. E poi sono sempre dell’avviso che le centinaia di migliaia di euro dell’Arcigay milanse, il cosiddetto tesoretto, debba essere utilizzato, non solo gli spiccioli, interamente e subito. Fin quando non ci chiariamo su questo e su altri punti mi considererò un dissidente e un rompicoglioni.

di Felix Cossolo dalla redazione di Clubbing