O ci è o ci fa. Il convertito, si intende. Il senatore Carlo Giovanardi da sempre contrario a qualsiasi riconoscimento delle coppie dello stesso sesso si proclama improvvisamente favorevole alle unioni civili tanto da presentare un testo di legge che se approvato – ipotesi più che improbabile – costringerebbe la coppia apresentarsi davanti ad un notaio per stipulare un contratto di tipo economico.
L’intento è chiaro. In un colpo solo si impedirebbero eventuali cerimonie annesse all’unione oltre che un riconoscimento dell’anagrafe comunale. Per non parlare della freddezza dell’atto notarile ben lontana da una promessa d’amore tipica di un’unione. E i costi? Meglio lasciar perdere. Come si sa anche solo presentarsi davanti ad un notaio è un dispendio economico.
Eppure il testo è lì, al Senato, bello pronto per un’eventuale votazione. Si tratta del testo 3438: "Introduzione nel codice civile del contratto di convivenza e solidarieta". Una legge più per scongiurare eventuali altre proposte di legge che vanno nella direzione del matrimonio per le persone dello stesso sesso. Una vera e propria "deriva" come sembra descrivere l’introduzione alla legge: "La Corte costituzionale – si legge nel testo Giovanardi – ha ribadito in una recente sentenza che la famiglia, come scolpita nell’articolo 29 della Costituzione, è ‘società naturale fondata sul matrimonio’ fra un uomo ed una donna, come la stessa Corte ha più volte avuto modo di precisare".