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Unioni Civili: Bagnasco riaccende il dibattito

Scalfarotto: “Legge votabile dalla maggioranza”. Ma NCD la pensa diversamente.

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L’effetto voluto è stato raggiunto. Le dichiarazioni di ieri del cardinale Angelo Bagnasco, che ha riproposto il solito refrain sulla famiglia composta solo da marito, moglie e figli ribadendo che non si possono riconoscere gli stessi diritti alle famiglie arcobaleno, ha riacceso il dibattito sulla legge sulle unioni civili su cui, dal prossimo 3 settembre si ricomincerà a votare in Commissione Giustizia del Senato. Alla riapertura dei lavori ci sono ancora un migliaio di emendamenti, ma dal governo si dicono sicuri di portare a casa la legge. Dal Meeting di Comunione e Liberazione è il ministro Del Rio a parlare. Fidatissimo del premier, Del Rio ha dichiarato che “una legge sulle unioni civili va fatta”. “È un tema, anche sotto l’aspetto sociologico, importante e non penso che possa intaccare l’importanza del matrimonio così come è regolato dalla Costituzione” ha precisato.

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A Bagnasco ha risposto anche il sottosegretario Ivan Scalfarotto che l’ha definito “fuori dal tempo”. A RaiNews24, Scalfarotto si è detto fiducioso che questa legge “che è anzoi arretrata rispetto al quadro europeo” potrà torvare l’appoggio della maggioranza. “Le Unioni civili saranno legge entro l’anno, perche’ il Parlamento ed il governo non devono chiedere il permesso ai vescovi. Libera Chiesa in libero Stato” ha aggiunto dal suo profilo Facebook il senatore del Pd Marcucci, firmatario del DDL Cirinnà. Non la pensa così Gaetano Quagliarello, che pare essere in lizza per un ministero alla Famiglia, che invece si è detto d’accordo con il cardinale.
A ribadire le posizioni del partito di Alfano e Giovanardi si è aggiunto Fabrizio Cicchitto. “Bisogna operare una chiara differenziazione fra i due istituti, le unioni civili e il matrimonio – dice Cicchitto -, le unioni civili devono regolare i rapporti fra le coppie omosessuali e quindi comprendere una serie di questioni attinenti alla convivenza escludendo le adozioni che derivino dall’inaccettabile ricorso all’utero in affitto e invece ammettendo l’adozione di un figlio derivante da un precedente rapporto di uno dei due componenti la coppia”. Una nuova strategia che punta a negare la genitorialità, di fatto. Un figlio nato da una precedente relazione, infatti, sarebbe adottabile solo in caso di morte dell’altro genitore biologico o nell’eventualità in cui a questo sia stata tolta la patria potestà. Una minoranza, dunque, dei figli delle coppie gay e lesbiche.

“Per ciò che riguarda la questione delle pensioni di reversibilità – conclude Cicchitto -, essa va esaminata dal punto di vista della compatibilità finanziaria e non sulla base di questioni di principio”. Compatibilità sulla quale, in realtà, il Ministero dell’Economia e delle Finanze si è espresso con parere favorevole.
Ribadisce l’appoggio al DDL Cirinnà il M5S che per bocca del senatore Alberto Airola (intervistato a RaiNews24), ha confermato il voto favorevole, fermo restando l’impianto attuale della legge.
Il dibattito dunque, è ufficialmente riaperto e i termini in cui si svolge non sembrano sostanzialmente diversi da quelli con cui si era interrotto prima della pausa estiva. Intanto, su Twitter, alcuni esponenti della componente lgbt del PD, tra cui Cristiana Alicata, hanno lanciato il conto alla rovescia dei giorni che mancano al 15 ottobre, data in cui Renzi ha garantito che il DDL sarà approvato in Senato.