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A Berlino si è accesa la fiaccola della Rainbow Flame

La futuristica Postdamerplatz è illuminata da una torcia arcobaleno per protestare contro la legge russa antigay. “Questa fiamma sta portando un po’ di luce”, spiega l’organizzatore Alfonso Pantisano.

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Qui a Berlino la temperatura si alza, e non solo perché ci sono 8-10 gradi e un insolito cielo azzurro Word. Ieri gli animi si sono scaldati con l’evento director’s cut Nymphomaniac – Volume Uno di Lars Von Trier, un capolavoro innovativo accolto da applausi e divertite risate (il film è sorprendentemente ironico) in cui vengono finalmente svelate le scene hard con genitali di attori porno giustapposti a quelli dei personaggi con effetto decisamente impressionante. I 21 minuti non aggiungono in realtà molto alle peregrinazioni erotiche della ninfomane Joe (una magnetica Charlotte Gainsbourg) se non, oltre ai particolari hard, alcune digressioni e brevi approfondimenti di personaggi secondari quali la segreteria dell’amore di Joe, Jerôme, interpretato da un animalesco Shia Labeouf. Al termine della proiezione Lars è salito sul palco e ha finalmente parlato dopo il silenzio stampa di quasi tre anni dalla cacciata da Cannes come ‘persona non grata’ per alcune improvvide battute sul nazismo: ha semplicemente detto “vorrei far venire gli attori sul palco”. Delirio invece in conferenza stampa, dove Lars non si è presentato mentre al photocall indossava una provocatoria maglietta con la Palma d’Oro e la dicitura con la frase tristemente incriminata.

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A una nostra domanda sui tagli del film la produttrice Louise Vesth è rimasta molto elusiva e quando l’abbiamo incalzata chiedendole se “andrà a Cannes” gli altri giornalisti sono scoppiati a ridere. Shia Labeouf ha invece improvvisamente abbandonato la conferenza stampa dopo aver pronunciato la frase sibillina “Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che verranno gettate in mare delle sardine”. Shia era forse infastidito dalle domande sul sesso a Stacy Martin e per non aver avuto il tempo di rispondere alla nostra domanda: “Ma Nymphomaniac genera dipendenza?”. Poi, sul tappeto rosso, sfoggia un sacchetto di carta sulla testa con la scritta ‘non sono più famoso’.
Intanto, nella futuristica e poco lontana Postdamerplatz, brilla una luminosa fiaccola arcobaleno. Si tratta della Rainbow Flame, colorata torcia olimpica nata da Enough is Enough e Stop Homofobia per protestare contro la legge antigay russa.
Abbiamo intervistato sul posto uno degli organizzatori, Alfonso Pantisano.

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“Il gruppo Enough is Enough – Stop Homofobia è un’iniziativa nata a fine luglio – spiega Pantisano – dopo che Putin ha messo la sua firma a questa legge impossibile e crudele che esiste in Russia. Siamo sette amici da un decennio, io sono l’unico italiano, di origini calabresi, ho vissuto in Trentino per qualche anno e ora abito da tempo in Germania. Gli altri sono di Berlino. Abbiamo deciso di organizzare un lungo corteo il 31 agosto dell’anno scorso che si è concluso davanti all’ambasciata russa di Berlino. Sono arrivate 8000 persone da tutta Europa, c’erano 4000 bandiere arcobaleno”.
“Abbiamo anche organizzato la compagna ‘Mund Propaganda’ con la rivista GQ – continua Pantisano – in cui alcuni artisti eterosessuali si sono baciati davanti alla videocamera dichiarando di essere contro l’omofobia. Si sono baciati anche due campioni di beach volley delle ultime olimpiadi di Londra. Stiamo organizzando questa veglia qui a Postdamer perché se andassimo a Sochi verremmo subito arrestati. Molta gente non ha nessunissima idea di ciò che sta succedendo in Russia e in altre parti del mondo. Abbiamo tentato di comunicare con Putin ma, ovviamente, nessuno si è fatto sentire. Questa fiamma sta portando un po’ di luce in questa legge che molti non capiscono e non comprendono quali problemi stia causando nel mondo gay. La fiamma resta accesa per tutta la durata delle Olimpiadi, 24 ore su 24, fino al 23 febbraio quando verrà spento il fuoco di Sochi”.