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A Livorno le scuole cattoliche pagheranno l’Ici

Due sentenze della Cassazione danno ragione al Comune: sono attività commerciali.

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A Livorno le scuole cattoliche pagheranno l’Ici. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha così dato ragione all’amministrazione labronica che nel 2010 aveva chiesto il pagamento della tassa sugli immobili di proprietà anche agli istituti scolastici della Chiesa Cattolica.
Sebbene i primi gradi di giudizio avevano accolto la posizione delle scuole in questione, le sentenze 14225 e 14226 depositate lo scorso 8 luglio dalla Cassazione stabiliscono che poiché gli utenti della scuola paritaria pagano un corrispettivo per la frequenza, tale attività è di carattere commerciale, “senza che a ciò osti la gestione in perdita”.
Secondo i giudici, al fine del pagamento della tassa, è irrilevante che le attività in questione abbiano o meno scopo di lucro, ma lo è il fatto che ci sia un perseguimento di ricavi (sebbene solo raggiungere il pareggio di bilancio) che conferisce carattere commerciale.
La vicenda risale al 2010 quando, sindaco Alessandro Cosimi, il comune inviò ad alcuni istituti paritari degli avvisi di accertamento per omessa dichiarazione e omesso pagamento dell’Ici per gli anni compresi tra il 2004 e il 2009. Agli istituti “Santo Spirito” e “Immacolata” si contestava il mancato pagamento di un totale di 422.178 euro.

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Ma la sentenza comporta, adesso, il pagamento della tassa anche per gli anni successivi, cioè il 2010 e il 2011. Dal 2011 l’Ici non è più esistita ed è diventata Imu. Ma l’ufficio Tributi del Comune di Livorno spiega in una nota che “questo genere di pronunciamento da parte della Corte di Cassazione è il primo in Italia sul tema specifico. Queste sentenze assumono, tra l’altro, rilievo ai fini dell’interpretazione delle disposizioni in materia di Imu, relativamente all’imposizione fiscale dall’anno 2012″.
Il sindaco Filippo Nogarin (eletto sindaco nel giugno 2014 con il M5S) ha espresso “grande soddisfazione” perché “si tratta del riconoscimento dell’ottimo lavoro svolto dagli uffici comunali i quali, con l’obiettivo di reperire risorse e lavorare per l’equità fiscale, da anni hanno avviato una linea tesa al recupero dell’elusione e dell’evasione fiscale”.

“Abbiamo fatto degli incontri con le scuole interessate e l’ufficio tributi, nei quali era stata proposta un’ipotesi di conciliazione fra Comune e Istituti – aggiunge la vicesindaca Stella Sorgente – che sarebbe stata vantaggiosa per le scuole stesse, rispetto ad un’eventuale sentenza favorevole per il Comune da parte della Cassazione. Successivamente ci è stato comunicato dalle scuole stesse che avrebbero invece preferito attendere l’esito del giudizio in Cassazione”. “Pertanto, adesso che la Cassazione si è espressa con le due sentenze, le scuole sono costrette a pagare l’intero importo, comprensivo delle relative sanzioni – conclude Sorgente -. Ci fa piacere che questa sia la prima sentenza a livello nazionale che riguarda immobili di questa tipologia, destinati ad uso scolastico, affinché sia fatta definitivamente chiarezza sulla legittimità di tali pagamenti tributari da parte degli enti religiosi”.