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ADERENTI E ESIBIZIONISTI

La nuova moda mostra tutto: da Gucci a Bikkembergs, da Versace a Dolce & Gabbiana, la parola d’ordine è provocazione, perché le misure contano, e l’immaginazione deve pur avere qualcosa di ben concreto e tosto su cui basarsi…

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Come qualcuno ha già suggerito potremmo essere agli albori di una nuova era. Perché quest’inverno i signori alla moda saranno, volenti o nolenti, costretti ad impacchettarsi le “gioie” in pantaloni, mutande, tutine da lavoro, rigorosamente fascianti.

Ci ha pensato Gucci a scandalizzare le beghine con un manifesto pubblicitario che ben poco lascia all’immaginazione. Del resto bastava copiare Andy Warhol nella famosa copertina con il paccone di Mick Jagger in primissimo piano. Ma cosa conta la misura! E’ già qualche anno che il satanico Marylin Manson gira per palcoscenici in perizoma di paillettes mostrando a più riprese ciò che difficilmente si distingue a occhio nudo.

Che dire, dopo anni di grunge slargato, la moda ci insegna che se uno ce l’ha, tanto vale che si veda.

Una rivolta sessista? Un celodurismo vestito bene? No, solo la voglia di giocare a guardie e ladri, al provocatore che non può esistere senza il provocato. Una scossetta di esibizionismo senza impermeabile (a proposito: il trench di Burberry’s compie cento anni). Volgarità? Probabile, ma in fondo si tratta solo di vestiti.

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Come dire: non solo lo possiedo, ma te lo faccio anche constatare, cosicché tu non abbia più dubbi dietro il mio cavallo troppo basso. Tale abbigliamento richiede, ovviamente un coordinato intimo adeguato. E dunque lo strumento di piacere, a lungo liberato nei boxer, rilassato nei bermuda oversize, tornerà a comprimersi, irrigidito e fiero nei pants di cotone aderente lunghi a mezza coscia, magari un po’ contenitivi sull’addome, non si sa mai. Per chi ama gli effetti speciali esistono dei perizoma – sospensorio che danno una notevole mano alle dimensioni esterne, tuttavia senza esagerare. Insomma, nessuno si senta autorizzato a girare con un bombola del gas nelle mutande, anche per evitare spiacevoli sorprese.

Certo così combinati, tra l’immaginare e il fare ci passa un po’ di tempo, tra i gambuli che si sfilano a fatica e gli scrigni segreti protetti da due o tre bottoni. Ma chi bello vuole apparire….

Il tessuto principe è la lycra, che ben si adatta ai movimenti ampi, ma anche cotone elasticizzato, jeans e, naturalmente, la pelle. Pelle finta, come quella dei pantaloni di vinile colorati di Dirk Bikkembergs, da indossare, per contrasto con maglietta minimale e giacca nera.

Fedele alla penitenza Calvin Klein, con colori scuri per pantaloni a vita bassa e dolcevita a coste, molto interessanti i giubbini leggeri e corti, ma attenzione al fondoschiena: non deve essere troppo ingombrante.

Sempre ispirazione rock, invece, per Versace, con pelle nera e zip, colori canarino per i completi, che, francamente, fanno un po’ troppo “professionista pazza”.

I jeans hanno nuova vita con Dolce e Gabbana nella linea giovane D&G, “sporcati” da graffiti a pennarello, rattoppati col camoscio e strappati nei punti giusti, mentre il colore torna chiaro–stinto, quasi grigio.

Di rimando anche la parte superiore si adegua. Le camicie si reinventano, con giri stretti e dimensioni mini, mentre torna in auge la mitica canotta, decolleté da camionista per l’omaccio che non teme il ghiaccio, anche in senso climatico.

di Paola Faggioli