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AIDS DAL PAZIENTE ZERO AI VACCINI

Presentato a Roma il volume, edito dall’Ansa, “1981-2005 – 25 anni di AIDS” che raccoglie i più significativi lanci d’agenzia dall’81 ad oggi.

ROMA – E’ impressionante vedere come è cambiata l’informazione sull’Aids da quando la malattia ha fatto la sua comparsa all’inizio degli anni ’80. Il libro “1981-2005 – 25 anni di Aids“, pubblicato dalle edizioni ANSA (234 pagine, 15 euro), presentato oggi al Tempio di Adriano a Roma nel corso di una tavola rotonda, permette di ripercorrere le tappe di questa lunga eppure frenetica storia, attraverso una selezione delle migliaia di lanci dell’agenzia che dal 1981 ad oggi hanno raccontato i drammi e le paure per la nuova ‘peste’, i progressi, le attese deluse e le tante conquiste dell’infettivologia.
1981-2005 – 25 anni di Aids“, non è un libro scientifico: è piuttosto un percorso guidato nelle tappe più significative della lotta all’Aids – le ipotesi sulle cause, i primi farmaci, la speranza di un vaccino, le terapie combinate – senza trascurare gli aspetti sociali della malattia, le storie delle persone sconosciute e dei personaggi famosi.
«L’Aids è stata la malattia più mediatica del 20° secolo, più della tubercolosi, più del cancro – scrive nell’introduzione Giampiero Carosi, direttore della Clinica di malattie infettive dell’Università di Brescia – Molti sono stati gli elementi che ne hanno da subito decretato tragicamente il successo mediatico. In primo luogo il mistero delle origini, tuttora con anelli mancanti fra un’infezione virale dello scimpanzé nel cuore dell’Africa e le comunità gay dell’Occidente più avanzato, gli Stati Uniti d’America».
Mai nella storia della medicina – spiega Carosi – si è però assistito a una tale veloce progressione di successi: già nel 1987 si rese disponibile il primo farmaco, l’Azt. Dopo questa esaltante cavalcata di successi, è venuto un periodo buio: l’Azt dilazionava di alcuni mesi la comparsa dell’Aids, allungava di alcuni mesi la sopravvivenza, ma nulla di più. Il tempo che impiegava il virus a sviluppare la resistenza. Ma anche di fronte a questo angoscioso “nulla di nuovo” l’Aids teneva la scena mediatica: la trasmissione del virus era uscita dal mondo dei gay, interessava prostitute e clienti, entrava quindi nelle famiglie, colpiva chi aveva ricevuto trasfusioni, gli emofilici e – da noi soprattutto – i tossicodipendenti che si scambiavano le siringhe. «Si comprende bene come una tale miscela – commenta Carosi – rappresentasse un formidabile cocktail che alimentava l’interesse dei mass media; e intanto l’infezione era diventata epidemia e subito pandemia. Si impose la denominazione di ‘peste del secolo’ e l’Aids, come la peste, ebbe i suoi allarmati cantori, anche se non sublimata nei cieli dell’arte di Boccaccio, Manzoni e Camus».
Malattia mediatica, dunque, come conferma anche il direttore dell’Ansa, Pierluigi Magnaschi: «Nessuna patologia prima dell’Aids è stata documentata con tanta attenzione nei suoi diversi aspetti: di ricerca, assistenza, discriminazione, di rivendicazione di diritti minimi e inalienabili come quello alla salute. Questo volume raccoglie solo alcuni dei lanci redatti dai nostri giornalisti in questi anni. I più significativi, certo, che ci fanno capire come il progresso delle conoscenze viene garantito dal concorso di uomini e donne impegnati nei laboratori delle Università, delle industrie, degli ospedali, dall’attenzione delle Istituzioni, dei grandi organismi internazionali, dalle associazioni di pazienti, dai grandi testimonial (come non ricordare il contributo portato da Nelson Mandela nel rivendicare per la sua gente il diritto alla cura), ma anche dai giornalisti impegnati nella sensibilizzazione verso una malattia che continua a far paura. Perché la conoscenza e l’informazione combattono l’ignoranza. Che spesso miete più vittime di qualunque virus».
Il volume è in vendita nelle librerie. Al Tempio di Adriano sono esposte per la prima volta in Italia le foto vincitrici del concorso fotografico europeo One Vision. One Vision ha come obiettivo di trasmettere l’idea di evoluzione progresso e speranza nella lotta all’Aids.
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