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Aids: nuovo farmaco per eliminare virus nascosto

Ricercatori statunitensi hanno usato acido valproico, un farmaco usato finora come anti-epilettico, per svegliare il virus Hiv “in sonno” nel corpo umano.

LONDRA – Buone speranze nella cura dell’Aids con una ricerca americana pubblicata sulla rivista britannica “The Lancet”. La rivista rivela che i ricercatori statunitensi hanno usato acido valproico, un farmaco usato finora come anti-epilettico, per svegliare il virus Hiv “in sonno” nel corpo umano. Solo quando il virus è attivo può essere distrutto.
Al termine di tre mesi, un trattamento quotidiano con l’acido valproico ha permesso di ridurre la quantità delle cellule dormienti infettate del 75% su tre dei quattro pazienti sieropositivi, curati anche normalmente, che sono stati l’oggetto dello studio americano.
Lo studio, condotto dal dottor David Margolis all’università della Nord Carolina a Chapel Hill, ha verificato la capacità dell’acido valproico di ridurre il numero delle cellule infette dormienti
L’infezione da Hiv è finora incurabile perchè le medicine ora disponibili agiscono soltanto quando il virus sta moltiplicandosi. Il virus si riproduce soltanto quando si trova in una cellula attiva. Talvolta però l’Hiv infetta cellule dormienti e si addormenta a sua volta.
Il virus, mentre è in stato di riposo, non causa alcuna minaccia, ma le cellule inattive si risvegliano sporadicamente, ciò che provoca la riattivazione del virus e la sua moltiplicazione. I pazienti non possono guarire finchè l’ultima cellula dormiente non si è sbarazzata del virus.
Altri farmaci sono riusciti a ridurre il numero delle cellule dormienti infettate, ma sono poi stati abbandonati per la loro troppo limitata efficacia e per i troppo importanti effetti secondari.
L’acido valproico si dimostra più promettente, ha detto il dottor Warner Greene, direttore del Gladstone Istitute for Virology and Immunology all’universita della California, a San Francisco. Una volta risvegliate tutte le cellule contenenti il virus inattivo, “nel giro di due o tre anni i pazienti potrebbero smettere il trattamento anti-retrovirale e sarebbero liberati dal virus” ha detto Greene, che conduce ricerche simili all’università della California.