AIDS: PARTE VACCINO EUROPEO - giuseppe pantaleo - Gay.it Archivio

AIDS: PARTE VACCINO EUROPEO

Messo a punto da sette paesi con i fondi UE per la prevenzione dell’HIV, sarà ineittato sui primi volontari lunedì. Si tratta di “un nuovo vettore mai testato finora sull’uomo”.

ROMA – Al via lunedi’ i primi test su un vaccino preventivo anti-Aids ‘made in Europa’, che sarà sperimentato su 24 volontari sani. Messo a punto da un centinaio di ricercatori di sette paesi del Vecchio continente, Italia compresa, grazie a fondi europei, la prima iniezione del vaccino avverrà in contemporanea su 12 persone, al S.Mary Hospital di Londra e su altre 12 al Centro ospedaliero universitario (Cho) di Losanna. I primi risultati si avranno già a ottobre.
Si tratta di “un nuovo vettore mai testato finora sull’uomo, battezzato NYIVAC – spiega all’Adnkronos Salute, Giuseppe Pantaleo, pugliese ’emigrato’ in Svizzera, direttore della divisione di Immunologia del Cho – che presenta diverse ‘novità’, come quella di esprimere le quattro proteine del virus”.
“Fino ad oggi, infatti – aggiunge – la maggior parte dei test clinici piu’ avanzati ha riguardato solo vettori che esprimono soprattutto la proteina Gag”. Altra novità: “per la prima volta – spiega il ricercatore – viene testato un vaccino per il sottotipo C del virus Hiv, diffuso soprattutto in Cina e Sudafrica. Finora le sperimentazioni di sono concentrate su vaccini diretti contro i virus di tipo A e B”. Allo studio hanno partecipato Italia, Svizzera, Inghilterra, Germania, Svezia, Spagna, Olanda, grazie a finanziamenti provenienti quasi esclusivamente dai fondi europei del V programma quadro di ricerca.
“Dal momento dell’arrivo dei fondi, a fine ’99 – riferisce Pantaleo – abbiamo cominciato a lavorare a questo vaccino partendo completamente da zero. Essere arrivati alla sperimentazione sull’uomo in appena tre anni e mezzo – aggiunge – rappresenta un vero successo, perche’ abbiamo impiegato gli stessi tempi ‘stretti’ dei colossi farmaceutici multinazionali”. I test su volontari sani, e a bassissimo rischio, “serviranno in questa fase I di studio a valutare innanzitutto la tossicità, ma forniranno anche prime informazioni sulla capacità di indurre la risposta immunologica”.
Se i risultati dello studio, denominato EUROVACC 01, “saranno promettenti – dice ancora Pantaleo – il passo successivo e’ di studiarne l’efficacia in combinazione con altri vaccini, per ‘portare’ in fase II di studio i vaccini combinati che offriranno la migliore risposta immunologica. L’obiettivo finale – conclude – e’ vaccinare popolazioni ad alto rischio di Hiv in test di fase III”.