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Al Togay focus sul Medio Oriente e omaggio a Juanma Carrillo

Anticipazioni sul festival torinese: una “Mezzaluna rosa” con nove film mediorientali e un omaggio al regista sperimentale madrileno di “Fuckbuddies”

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Mai come oggi il cinema del e sul Medio Oriente sta dimostrando una vitalità sorprendente, dall’intenso e toccante “Il figlio dell’altra” diretto da Lorraine Lévy su un ragazzo israeliano e uno palestinese che scoprono di essere stati scambiati nella culla all’apprezzata rassegna Film Middle East Now tuttora in corso a Firenze. Anche il 28esimo Torino GLBT Film Festival “Da Sodoma a Hollywood” diretto da Giovanni Minerba, in programma dal 19 al 25 aprile al cinema Massimo di Torino, dedica un focus dal titolo “Mezzaluna rosa” composto da nove opere provenienti dal Medio Oriente, zona in cui i diritti lgbt fanno ancora fatica ad essere riconosciuti (solo in Giordania, Turchia, Cipro e Iraq gli atti omosessuali non sono perseguibili per legge). Verrà presentato “Out Loud” di Samer Daboul, primo film gay interamente realizzato in Libano, “un racconto di inusuale amicizia e amore in una nazione piagata per decenni dalla guerra civile”. Si potrà anche vedere il making of nel quale il regista racconta le numerose difficoltà incontrate durante la realizzazione del lungometraggio la cui produzione è stata fortemente osteggiata da proteste, insulti e furti.

È stato anche censurato un bacio tra due attori maschi per tutelarli da eventuali accuse di omosessualità, tuttora illegale. “Sebbene fossi nato nella città in cui “Out Loud” è stato girato, Zahle – spiega il regista -, non avevo idea di quanto fosse difficile fare un film in una nazione devastata da violenza, razzismo, sessismo, corruzione e una mancanza di rispetto per l’arte e i diritti umani. Il mio proposito era esaminare la nuova generazione e i loro sforzi per cambiare la società tradizionale del Medio Oriente. Vorrei che il pubblico si approcciasse ad “Out Loud” con occhi aperti, liberi dai preconcetti”.
In “Mezzaluna rosa” si metteranno a fuoco le contraddizioni del Medio Oriente sul tema gay non solo per denunciarne i meccanismi oppressivi, fortemente influenzati dalla religiosità islamica, ma anche per testimoniare i coraggiosi tentativi di lotta della comunità lgbt per i propri diritti.

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La situazione viene descritta dai documentari “The Invisible Men” di Yarif Mozer e “I Am Gay and Muslim” di Chris Belloni sulle ripercussioni negative delle primavere arabe.
Il Festival dedicherà inoltre un omaggio al madrileno Juanma Carrillo, interessante regista sperimentale autore di corti visionari gay di fiammeggiante erotismo quali “Caníbales” e “Fuckbuddies”. A Torino presenterà il suo nuovo lavoro “1941” realizzato per il progetto collettivo “100 x 100 = 900” promosso dal festival internazionale “Magmart” che vede coinvolti cento videoartisti di tutto il mondo chiamati ad interpretare ciascuno un anno del secolo scorso per costituire una vera e propria narrazione artistica del ‘900. L’iniziativa vuole celebrare i cinquant’anni della videoarte, convenzionalmente ricorrenti nel 2013.

Carrillo introduce così “1941”: “In un anno in cui Marlene Dietrich rompeva ogni stereotipo sia come attrice che come donna e diventava una cittadina americana, e Orson Welles rappresentava al meglio il declino dell’uomo nel suo Quarto Potere, l’Europa veniva dissanguata da una Guerra voluta da terribili dittatori, in cui tradimenti, violenza e morte corrompevano tutti gli strati della società”. Il regista spagnolo sarà membro della giuria cortometraggi e proporrà in anteprima al pubblico del Togay anche una scena del suo primo lungo, a tutt’oggi in produzione, “Islandia”, su un ménage à trois fra due uomini e una donna.