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Altro caso di sospensione della patente a un gay

A un ragazzo che si era dichiarato gay alla visita di leva è stato negato il rinnovo della patente. L’omosessualità è “patologia che potrebbe risultare di pregiudizio per la sicurezza della guida”.

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Nuovo clamoroso caso di discriminazione, dopo quello registratosi a Catania, ai danni di un giovane omosessuale a cui è stato negato il rinnovo della patente. La vittima della burocrazia omofoba, questa volta, è Cristian Friscina, un ragazzo residente a Brindisi. A denunciare la vicenda i deputati Radicali, prima firmataria Rita Bernardini (in foto), Presidente dell’Associazione Radicale Certi Diritti, che oggi hanno depositato un’interrogazione urgente ai ministri dei Trasporti e della Difesa.

Cristian "titolare di una patente di guida emessa dalla motorizzazione civile di Brindisi nel 1999, si è visto negare il rinnovo della patente – denunciano – perché secondo i documenti ‘risulterebbero patologie che potrebbero risultare di pregiudizio per la sicurezza della guida". Dalle risultanze della comunicazione trasmessa dall’Ospedale Militare Bonomo di Bari, dove il ragazzo era stato mandato quando si era dichiarato omosessuale durante il periodo della leva, risulta che tale comunicazione "fa sorgere dubbi sulla persistenza dei requisiti di idoneità psicofisica prescritti per il possesso della patente". "Le conseguenze di questo diniego – si legge in una nota dei radicali – continuano a produrre un grave danno al cittadino pugliese, in particolare in ambito lavorativo, per la non possibilità di potersi muovere".

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"Cristian Friscina non è che un esempio di forma di discriminazione – commenta Sergio Rovasio (in foto), segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti – che avviene oggi in Italia contro una persona omosessuale". "Grazie all’aiuto legale del Presidente di Rete Lenford, l’avvocato Antonio Rotelli e al coinvolgimento dell’Unar, l’Ufficio Antidiscriminazione del Ministero delle Pari Opportunità, siamo certi che la vicenda si risolvera’ in suo favore, come già avvenuto a Catania due anni fa con anche il risarcimento da parte del Ministero dei Trasporti dei danni provocati dal diniego alla guida ad un cittadino in ragione del suo orientamento sessuale". "Aiuteremo Cristian e gli saremo vicini – conclude – ci auguriamo che episodi così gravi e odiosi non avvengano più nel nostro paese e che i Ministri interessati chiedano scusa per il comportamento assurdo dei loro uffici".

Il ministero dei Trasporti accoglie il ricorso – Sembra in ogni caso che la vicenda sia destinata a risolversi presto. "Proprio questa mattina il Ministero dei Trasporti, Direzione Generale Territoriale del Sud e Sicilia, ha notificato alla persona colpita dall’illegittimo provvedimento di sospensione della patente di guida il provvedimento di accoglimento del ricorso presentato in via gerarchica". È quanto dichiara l’avvocato Antonio Rotelli, presidente dell’associazione Avvocatura per i Diritti LGBT-Rete Lenford. "Siamo contenti dell’esito che ha avuto questa vicenda – continua il legale – ma ci lascia perplessi il fatto che la patente di guida sia stata sospesa per ben dieci anni prima che la pubblica amministrazione intervenisse e solo a seguito di un ricorso. Speriamo che questa triste vicenda possa trasformarsi in un’occasione di riflessione per far crescere l’attenzione e il rispetto verso le persone gay e lesbiche".

Il precedente – Quello di Brindisi è il secondo caso a cui un ragazzo

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dichiarato gay alla visita di leva, una pratica comune per le persone gay quando servire l’esercito era ancora obbligatorio. La prima vittima della burocrazia omofoba fu Danilo Giuffrida, un ragazzo di Catania a cui venne sospesa la patente "per disturbo dell’identità sessuale". I titolari dei ministeri della Difesa e dei Trasporti sono stati costretti a versare 20 mila euro come risarcimento danni. Lo ha deciso la Corte d’appello civile di Catania, che ha confermato la sentenza di primo grado emessa nel luglio del 2008, ma ha drasticamente ridotto, di 80 mila euro, il risarcimento che inizialmente era stato fissato in 100 mila euro.