Ambasciatore ugandese incolpa Kato della sua stessa morte - ambasciatorekatoBASE - Gay.it Archivio

Ambasciatore ugandese incolpa Kato della sua stessa morte

L’Ambasciatore ugandese presso la Commissione Europea scrive un’assurda lettera al presidente del Parlamento europeo in cui spiega come l’attivista gay David Kato si sia meritato di essere ucciso.

Ambasciatore ugandese incolpa Kato della sua stessa morte - ambasciatorekatoF1 - Gay.it Archivio

Lettera al presidente del parlamento europeo Jerzy Buzek sull’omicidio dell’attivista gay ugandese David Kato Kisule. Il mittente è l’Ambasciatore dell’Uganda presso la Commissione Europea che ha spiegato come Kisule, ucciso a martellate nella sua abitazione a Kampala, il 26 gennaio scorso, si sia messo in una situazione imbarazzante nella quale David Kato si sarebbe venuto a trovare per non aver pagato le prestazioni sessuali di un detenuto che lui stesso era riuscito a far uscire dal carcere poco prima ed è per questo che si è reso lui stesso corresponabile della sua morte. In pratica, la morte se la sarebbe cercata.

E dire che la lettera è stata scritta dall’ambasciatore Stephen T. K. Katenta-Apuli "per correggere l’impressione che può aver avuto Lei assieme a  vari membri del Parlamento Europeo riguardo al fatto che l’omicidio di David Kato sia stato il risultato della sua campagna a favore dei diritti dei gay e delle lesbiche in Uganda. Ciò non può essere più lontano dalla verità". 

Ambasciatore ugandese incolpa Kato della sua stessa morte - katoF2 - Gay.it Archivio

"Non c’è Pace Senza Giustizia, Arcigay e Certi Diritti esprimono preoccupazione e condanna per il comportamento che le autorità ugandesi hanno sin qui manifestato sulla vicenda", scrivono in una nota le tre associazioni. "Gli stessi amici e compagni di Sexual Minorities Uganda, e il loro avvocato, che sta coordinando le iniziative in vista del processo,  hanno ripetutamente richiesto di fare luce su questa drammatica vicenda che ha ancora molti lati oscuri e sui cui le autorità ugandesi non hanno fatto adeguate indagini. E’ anche per questo che è stato lanciata in Italia una campagna con l’obiettivo di  raccogliere  fondi per sostenere le spesei in vista del processo che a breve si terrà a Kampala".

"Il giudizio–sentenza espresso dall’Ambasciatore ugandese Katenta nella lettera, spiega bene il fatto che le autorità ugandesi non intendono fare alcuno sforzo per arrivare alla verità e cercano di addossare la responsabilità ad una persona che certamente non era sola quando David fu ucciso, ipotizzando per lui addirittura la pena di morte;  è bene ricordare che il giorno dell’omocidio di David Kato Kisule furono proprio i vicini di casa di David a chiamare la polizia perché videro un furgone parcheggiato fuori dalla sua abitazione con uno strano movimento di persone che li mise in allarme".