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American beauty: addio famiglia felice

Nel sorprendente film di Sam Mandes, la coppia gay è l’unica a salvarsi dalla perdita d’identirtà e di valori

AMERICAN BEAUTY
Regia di Sam Mendes
interpreti: Kevin Spacey, Annette Bening, Mena Suvari

Sembra che gli americani si stiano rendendo conto che forse all’interno della “famiglia felice” c’è’ qualcosa che non va: ce ne aveva già dato un segno lo scorso inverno “Happiness” di Todd Solondz e quest’anno lo fa “American Beauty”, peraltro con molta meno cattiveria ma non per questo con minore incisività. Marito e moglie con figlia (incompresa, fragile e trascurata), vivono in una bella casa e hanno ottimi lavori (che lui odia e lei adora). Ma basta l’incontro del padre con una amica della figlia per far saltare in aria le fragilissime basi su cui si regge un inesistente matrimonio che serve solo a creare una dignitosa facciata. Il film possiede una lucidità’ quasi imbarazzante nel descrivere lo smarrimento all’interno di una società che sembra aver perso ogni valore ,dove una adolescente, in realtà molto insicura, si vanta della sua bellezza, vuole fare la modella e dice che la cosa peggiore nella vita e’ essere “uno qualunque”. “American Beauty” dipinge in modo realistico e tuttavia divertente, tra dramma e commedia, un mondo effimero in cui la vita è trasformata in merce e l’unico metro di giudizio e’ il successo. Il film è l’apologo di una società che appiattisce, che rende schiavi dell’immagine e dell’apparenza, dove non si e’ più in grado di provare dei veri sentimenti, ma si è ridotti a persone che si lasciano vivere dalle convenzioni sociali che regolano i comportamenti individuali. Non a caso le uniche coppie che sembrano salvarsi da questa totale perdita di identità’ e sentimenti sono quelle composte da due gay, che non rientrano esattamente “nelle regole”, e dai due ragazzi che a queste regole vogliono sfuggire (la figlia della coppia protagonista ed il ragazzo vicino di casa). E’ evidente dunque anche la critica alla famiglia costituita sulle basi di un vecchio concetto di normalità, laddove la normalità non è altro che una convenzione. Emoziona il messaggio che il regista cerca di mandare: l’invito a ricercare la bellezza della vita anche nelle cose piu’ semplici, laddove nessuno la trova perché non siamo più’ abituati a vederla, come fa il ragazzo con la telecamera filmando un sacchetto bianco che volteggia trasportato dal vento.