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ANCHE QUESTA E’ ECONOMIA…

Le borse sono in crisi? Si preparano scenari di guerra? La cosa migliore da fare è spendere. Una riflessione natalizia sull’importanza del contributo che ogni consumatore può dare alla “ripartita”.

Per una volta almeno, in questo clima natalizio più triste e povero rispetto a quelli di poche stagioni or sono, quando sguazzavamo nel pieno boom della net-economy ed eravamo lontani da possibili scenari di guerre, non voglio parlare di nuovi prodotti, di dati macro, di portafogli e statistiche, bensì di ciò che possiamo fare di concreto nel nostro microcosmo finanziario per aiutare noi stessi a vivere altre stagioni felici, in un contesto di ritrovata prosperità e crescita economica.
Tutti noi abbiamo vive nella mente le immagini dei molti lavoratori di tante aziende in crisi, di cassintegrati, di famiglie sempre più povere, ed avvertiamo la sensazione che l’economia non generi abbastanza ricchezza per garantirci un futuro tranquillo.
Che cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo?
Non è compito unicamente dei governanti o dei dotti economisti trovare le soluzioni per far ripartire il motore produttivo e garantire solidità al sistema? Non proprio. O almeno non soltanto alle loro menti sono affidati i nostri destini finanziari.
La linfa vitale delle economie, come più volte detto, sono i consumi.
Uscendo a fare la spesa, a scegliere regali, andando a ballare o a comprare “frivolezze”, noi rappresentiamo il più formidabile carburante per garantire alla macchina produttiva un andamento potente e continuo, e se solo riduciamo la frequenza dello shopping allora cominciano i guai.
Indubbiamente risulta difficile sforzarsi in questo senso ed in un contesto peggiore del solito, ma se da adesso cominciamo un poco a mettere da parte le paure, i dubbi sul futuro, a rischiare di più, allora questo è il più bel regalo di natale che ci possiamo fare.
Laddove possibile, cerchiamo di continuare i nostri consumi senza doverli incatenare per la paura della guerra o mettendo i nostri risparmi in inutili e dannosi “parcheggi senza senso”.
Contribuiamo a stimolare la produttività cercando di lasciarci alle spalle la percezione di sentirci più poveri.
Per carità, forse è più di una percezione (vedasi per esempio l’effetto euro sui prezzi) e non dobbiamo mascherare una situazione che effettivamente si è creata.
Semplicemente bisogna essere consapevoli che siamo noi con i nostri comportamenti a determinare lo stato di salute dell’economia, e solo noi ne possiamo rappresentare la medicina nei momenti di debolezza.
In questa maniera daremo una mano per riattivare una catena che avrà indubbi effetti benefici.
Buon Natale!

di Sirio Belli