E’ una vera e propria caccia ai gay quella che si è scatenata in Uganda contro le persone lgbt, soprattutto da quando è stata approvata la legge che prevede l’ergastolo, voluta dal presidente Museveni.
Secondo uno studio realizzato da Sexual Minorities Uganda il numero di episodi di violenza è cresciuto esponenzialmente. Tra questi si contano rapimenti, tentativi di lapidazione, torture, evirazioni, incendi di case, licenziamenti e suicidi. Un totale di circa 162 fatti di violenza sono solo quelli noti.
Lo studio riferisce che si contano almeno 25 persone che hanno lasciato il paese in cerca di asilo politico negli stati confinanti (dove, vale la pena ricordarlo, i gay non godono certo di diritti).
Un diciassettenne si sarebbe suicidato ingurgitando veleno per topi perché “non aveva alcun motivo per continuare a vivere”. La stampa locale continua a pubblicare elenchi di persone che si suppone siano omosessuali contro le quali aizza la popolazione. E’ il caso di Red Pepper che ha pubblicato la lista dei “200 principali gay” del paese.
Secondo quanto riferisce l’attivista ugandese Pepe Julian Onziema a GayStarNews,la caccia ai gay è reale.”Mi rattrista che la mia comunità non sia sicura – ha dichiarato Onziema -. E’ intenzionalmente esposta a rischi. E’ come stare sul bordo della strada ed essere colpiti frontalmente da una macchina a tutta velocità. E’ questo quello che il presidente ci ha fatto”.