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Annunziata, bufera per la frase a Servizio Pubblico

La giornalista tira in causa i gay nei campi di concentramento per difendere la libertà di pensiero. Ma dopo le polemiche arriva un mezzo passo indietro: “ospiterò le associazioni gay a In Mezz’Ora”.

Avrei difeso Celentano "anche se avesse sostenuto che i gay sono da mandare al campo di sterminio". Un’iperbole, certo. Un’estremizzazione, come ha dichiarato un attimo dopo lei stessa. Di sicuro una frase molto infelice da dire quella che Lucia Annunziata ha partorito durante la puntata di Servizio Pubblico, il programma di Michele Santoro, in onda ieri sera sulla piattaforma Sky.

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Le parole della giornalista hanno suvito fatto irritare le associazioni lgbt che oggi e che hanno spinto la Annunziata a tentare di spiegarsi seppure non abbia fatto il passo indietro richiesto né si sia scusata. "La frase che ho pronunciato era a mio parere chiaramente paradossale  – ha spiegato a Repubblica.it – e veniva alla fine di un discorso in cui ho preso nettamente le distanze dall’attacco alla stampa cattolica e non (da Famiglia Cristiana a Repubblica), portato avanti da Celentano. Ho difeso la libertà di espressione dell’artista, ma ho usato l’esempio – di proposito estremo – della ferocia antigay per rendere più chiara l’esistenza anche di una contraddizione fra questo diritto e il merito delle opinioni che si esprimono".

Il 4 marzo, intanto, la puntata di "In mezz’ora", il programma condotto dalla giornalista ogni domenica su Rai3, ospiterà personaggi delle associazioni lgbt che parleranno di omofobia. Se l’occasione sarà quella per fare le scuse ufficiali lo si vedrà. Nel frattempo, urge una riflessione: la giornalista avrebbe ritenuto opportuno usare la stessa frase tirando in ballo con la stessa facilità gli ebrei anziché i gay?