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Apple rifiuta un’applicazione per una parola: gay

L’app di un social network gay esclusa dallo Store di Apple in fase di revisione. La motivazione ufficiale è che contiene la parola “gay”. E le altre apps per gli utenti lgbt? Spariranno anche quelle?

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Uno dei temi più cari a chi critica Apple, soprattutto sul versante mobile, è l’opinabile (e insindacabile) politica con cui Cupertino sceglie le applicazioni da accettare e rendere scaricabili dall’App Store e quelle da rifiutare.
L’ultimo caso, in ordine cronologico riguarda un social network gay, Jack’d, la cui applicazione è stata rigettata in fase di aggiornamento.

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Lo sviluppatore, che ha dichiarato di avere sempre avuto il massimo rispetto della politica di Apple e delle richieste che l’App Review Team gli faceva (modifiche di alcune funzioni, introduzione di altre etc), ha pubblicato lo screenshot con la motivazione dell’esclusione della sua applicazione dal negozio virtuale per iPhone, iPod e iPad. Il messaggio dice:  "L’uso della seguente parola non è raccomandato in questo campo:gay. La tua applicazione potrebbe essere rifiutata se usi questo termine". Un messaggio inequivocabile, che non lascia certo spazio a interpretazioni di alcun genere.

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Il punto è che l’App Store è pieno di applicazioni dedicate agli utenti lgbt, tra i quali per altro Apple gode di un indiscusso successo, e molte hanno anche contenuti più spinti di un social network. Cosa sta succedendo, quindi? Apple ha forse deciso di epurare lentamente l’App Store da alcune apps solo ed esclusivamente perché contengono la parola gay? Una cosa simile era successa tempo fa con la trasposizione in fumetti di un classico, "Il ritratto di Dorian Gray", subito riammesso nell’App Store.
Qualche tempo fa, ad un utente che chiedeva il perché del rifiuto da parte di Apple di applicazioni esplicitamente porno, seppure accessibili solo da utenti maggiorenni, Steve Jobs in persona rispose: "Apple vi libererà dal porno". Che voglia liberarsi anche dalla comunità lgbt?