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Arcigay: “In piazza per la Costituzione e i nostri diritti”

Con una nota Arcigay fa sapere che aderisce alla mobilitazione di domani in difesa della Costituzione che “contiene già i diritti che la politica ci nega”. Scalfarotto (Pd): “riconoscere piena parità”

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Arcigay aderisce con grande convinzione alla manifestazione promossa dal Comitato a difesa della Costituzione. "Tre le innumerevoli motivazioni, per le quali soci e volontari dell’associazione saranno in una delle 100 piazze domani – sottolinea in una nota Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay – ce n’è una su tutte: per gay e lesbiche italiani questa Costituzione, con i principi di uguaglianza e unità che esprime, contiene già tutti quei diritti che la politica cocciutamente vorrebbe continuare a negarci. In questo senso la nostra Costituzione descrive la società italiana con più concretezza, modernità e dignità di quanto non facciano oggi molti esponenti politici".
E sul tema dei diritti delle coppie gay interviene oggi anche il vice presidente dell’Assemblea  del Pd Ivan Scalfarotto.

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"L’unico spazio che ci è dato come Partito democratico è quello di perseguire una strada che consenta di riconoscere la piena e assoluta parità delle persone e delle famiglie omosessuali nel nostro Paese, similmente a quanto avviene in tutti i Paesi della comunità degli Stati di cui sentiamo storicamente di far parte". Con queste parole Scalfarotto ha posto la questione nel corso della riunione della commissione Diritti del Pd che si è tenuta ieri. Nel suo intervento, poi pubblicato anche su Facebook, Scalfarotto si è fatto interprete del "senso di stanchezza, di smarrimento, di avvilimento di almeno un milione di famiglie di questo Paese che per la Repubblica italiana sono nulla". Il dirigente Pd ha sottolineato: "Credo che in quanto classe dirigente di questo Paese dovremmo provare un senso di profonda e incancellabile vergogna per non essere stati capaci di dare dignità e riconoscimento alla determinazione di milioni di nostri concittadini adulti di costruirsi un futuro insieme".

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"Che lo si chiami matrimonio, soluzione che io sicuramente prediligo, o con altro nome, davanti a noi non esiste che questa possibilità – ha detto Scalfarotto-. Ogni limitazione dei diritti e dello status delle persone omosessuali non e’ oggi ne’ comprensibile né giustificabile". Per il vice presidente dell’Assemblea, "abbiamo il dovere di allinearci alle pratiche piu’ avanzate, nessun tentennamento ci e’ consentito": "Quello che chiedo al Partito democratico è di rompere finalmente il silenzio assordante che ha consentito e ancora consente in Italia la discriminazione, l’emarginazione e la negazione dell’esistenza di una moltitudine di donne, di uomini, dei loro sentimenti, delle loro vite".