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Arcilesbica: sì alla surrogata, ma solo se non commerciale

Presa di posizione dell’associazione di donne sulla maternità surrogata

Sono Elena Lazzari e Cristina Gramolini di Arcilesbica a firmare, sul blog “La 27ora” del Corriere della Sera, un articolo che farà discutere. Mentre nellla comunità lgbt italiana va avanti la discussione sulla maternità surrogata, in vista della discussione al Senato sul ddl Cirinnà, le due militanti di Arcilesbica affidano al Corriere le loro riflessioni.

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“Apparteniamo a un’associazione, ArciLesbica, in cui la discussione sul tema della gpa va avanti da anni e ci ha portato ad ammettere la GPA altruistica, cioè slegata dalle logiche di mercato, ma non la gpa commerciale. Per noi una donna puo’ decidere di affidare ad altr* chi nasce da lei, ma perché si tratti di un gesto credibilmente solidale, non dev’esservi passaggio di denaro, ma responsabilità, fiducia, relazione. Ci viene detto che esistono donne, libere dal bisogno, che decidono di portare avanti una “gestazione per altri” dietro pagamento, magari con l’ovocita di un’altra donna al fine di recidere un possibile legame con la prole, tuttavia non possiamo dimenticare che il generare a fine di lucro porta al moltiplicarsi e prosperare di agenzie di mediazione, lucrose cliniche specializzate, agenzie pubblicitarie, interventi di medicalizzazione invasiva, ma sopratutto alla commercializzazione dell’umano e alla riconduzione delle donne a strumento in mano agli utilizzatori.”

“Infine – concludono le due militanti – alcuni e alcune lamentano che il dibattito sulla gpa cade in un momento in cui potrebbe compromettere la legge Cirinnà sulle unioni civili (che, sottolineiamo, di gpa non parla): a costoro rispondiamo che una legge sulle unioni civili è in cantiere nel Parlamento italiano da almeno 10 anni e tuttora non sembra avviata a un’approvazione, non certo per il dibattito sulla gpa. Non cerchi scuse il governo se non è capace di dare al nostro paese una legge di civiltà che riconosca le famiglie lesbiche e gay.”