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Associazioni gay da Napolitano. La Carfagna chiede scusa

Le associazioni gay sono salite al Colle per la giornata contro l’omofobia. Il ministro Carfagna chiede scusa: “Avevo dei pregiudizi. Adesso li ho superati”. Bersani: “Centrodestra sblocchi la legge”

"Questione di fondamento costituzionale" – Il presidente della Repubblica Giorgio

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Napolitano ha ricevuto al Quirinale le associazioni lgbt in occasione della IV Giornata internazionale contro l’omofobia. A salire sul Colle i rappresentanti di Arcigay, Arcilesbica, Certi Diritti, Circolo Mario Mieli, Di’gay project, Mit, Agedo, Famiglie arcobaleno, I-ken, Rete Lenford e Gaylib. «Questa non è soltanto la causa delle associazioni degli omosessuali– ha detto Napolitano -, così come la causa dei diritti delle donne non è solo la causa delle associazioni delle donne. È una causa comune, è una causa generale, è una questione di principio, è una questione di fondamento costituzionale». «È indubbio che si debba avere un adeguamento delle normative per superare discriminazioni, per sanzionare violenze ed anche per affrontare con tutta la liberta’, e sapendo che si tratta di un tema controverso, il tema dei riconoscimenti da dare». «Su ciò si discute nel Parlamento, non so quanto si sia vicini o lontani da soluzioni che mi auguro sempre siano soluzioni condivise. Nello stesso tempo – ha concluso il presidente della Repubblica – appare chiaro che c’è una stretta interconnessione e influenza reciproca tra ciò che cambia nelle norme e ciò che può cambiare nella cultura e nel costume».

Le scuse di Mara Carfagna – All’incontro erano presenti anche

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il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna e la deputata del Partito Democratico Anna Paola Concia, relatrice della legge contro l’omofobia affossata in parlamento. Il ministro ha ringraziato la deputata «alla quale sono grata per l’impegno e la delicatezza che ha speso per farmi conoscere la ricchezza del mondo associativo qui presente, con tutte le sue sfumature, e per avermi aiutata a sfondare il muro della diffidenza della quale penso di essere stata allo stesso tempo vittima e inconsapevole responsabile, in un passato remoto, ormai ampiamente superato». Carfagna ha ribadito che «non si possono più tollerare nel nostro paese, civile e democratico, fondato sulla libertà di espressione e di pensiero, episodi di aggressione ai danni dei cittadini omosessuali. Questi fatti dimostrano come siano tuttora esistenti piccole sacche di inciviltà che devono essere cancellate, che si debbano svuotare quei serbatoi di odio che alimentano la sottocultura omofoba di chi ha paura del "diverso". E piccoli gesti possono condurre ai grandi risultati». Fra le iniziative, Carfagna ha ricordato la prima campagna istituzionale contro l’omofobia.

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«Spesso – ha proseguito il ministro – mancano informazioni attendibili sulle dimensioni del fenomeno e sulle problematiche che incidono in maniera diversa su territori molto diversi tra di loro». Per questo, il ministero ha affidato all’Istat la realizzazione di un’indagine sulle discriminazioni (10 mila interviste nel 2010) i cui risultati sono attesi per il prossimo anno. Il ministro ha ringraziato il Capo dello stato per «la sensibilità e la grande attenzione dedicata da sempre al tema dei diritti. Non sfugge a nessuno l’importanza di questo appuntamento» che si svolge per la prima volta «nel luogo simbolo dell’unità del Paese». «Io sono una persona corretta nei confronti dei miei avversari politici – spiega Paola Concia – ho sempre criticato Mara ma sul piano della politica, e quando ha fatto cose condivisibili l’ho riconosciuto. Ho cercato in questi anni di spiegarle cosa è il mondo omosessuale, di ragionare con lei, di raccontarle con pacatezza cosa significa essere omosessuale in questo paese, portando dei dati, le cose della vita vera. Lei l’ha capito».

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L’autocritica del ministro fa ben sperare GayLib, l’associazione vicina al centrodestra, per «un nuovo possibile punto di partenza nel dibattito politico-parlamentare sui diritti civili gay» e anche Sergio Rovasio, segretario dell’associazione radicale Certi Diritti che ha consegnato al presidente anche le quasi 13.000 firme per conferire un’onorificenza a Maria Luisa Mazzarella, che il 23 giugno 2009, a Napoli, fu aggredita e malmenata da un gruppo di bulli per aver difeso un amico omosessuale. «Napolitano – ha detto Rovasio – ha sottolineato la necessità che la battaglia per il riconoscimento dei diritti venga fatta propria dagli stessi eterosessuali quale conquista di civiltà e progresso così come avvenuto per altre battaglie sui diritti civili, come quella per i diritti delle donne».

Bersani e Marino – Fa sentire la sua voce anche Pierlugi Bersani

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per cui «come la xenofobia, il razzismo o l’antisemitismo, l’omofobia è una piaga sociale che mina le basi di una convivenza civile fondata sull’uguaglianza dei cittadini e sulla libera espressione di ogni persona». "Il Pd – prosegue – è impegnato in commissione Giustizia della Camera in una battaglia per l’approvazione di una legge contro l’omofobia che finora e’ stata ostacolata in tutti i modi dalla destra. Nell’ultimo anno il Pd ha condotto sul territorio iniziative politiche e ha prodotto concrete azioni amministrative e norme locali innovative». «Proseguiremo nel nostro impegno nelle aule parlamentari e nella società – conclude – per sconfiggere l’omofobia nel nostro paese».
Dello stesso parere il senatore Pd Ignazio Marino secondo cui "Su questi temi il nostro Paese è rimasto molto indietro rispetto all’Europa. L’incontro di oggi delle associazioni lgbt al Quirinale con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è un segnale importante che deve rimettere in moto la macchina legislativa ferma ormai da più di un anno». E rilancia: «Per essere più consapevoli su quello che accade in Italia, sarebbe inoltre utile – aggiunge – che il ministro per le Pari Opportunità presenti annualmente al Parlamento una relazione sulle azioni intraprese contro le discriminazioni operate per motivi di omofobia, sugli obiettivi raggiunti e sugli indirizzi da seguire». 

Erano presenti, tra gli altri, anche il Presidente della Commissione Permanente Giustizia del Senato della Repubblica, Filippo Berselli, e il Presidente della Commissione Permanente Giustizia della Camera dei Deputati, on. Giulia Bongiorno.