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Avanti Pop, la musica è Gender (Bender)

Parte domani l’ottava edizione di “Gender Bender”, festival bolognese dedicato alla cultura queer: protagonista la musica pop. Proposte varie per gli orsi. Tra gli ospiti anche Aldo Busi

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Torna spavaldo il festival queer più interdisciplinare, vario e creativo che abbiamo in Italia: si chiama "Gender Bender" e per l’ottava volta, dal 30 ottobre al 6 novembre, stimolerà con le sue gustose proposte un pubblico internazionale, confermando Bologna tra le città culturalmente più trasversali (tra pochi giorni sbarcherà sotto le torri anche il Festival of Festivals).
Quest’anno sarà la musica a farla da padrona: assoluta protagonista sarà infatti la musica pop e le sue icone, responsabili di aver plasmato l’immaginario culturale di almeno tre decenni. "La forte valenza simbolica della Popstar è la chiave di lettura privilegiata scelta quest’anno per tentare di ricostruire una storia sociale per immagini delle identità contemporanee" spiega il direttore Daniele Del Pozzo. "A partire da Elvis Presley, piccoli e grandi protagonisti della musica pop e rock hanno segnato le trasformazioni culturali dell’Occidente con corpi, gesti, voci e abbigliamenti".

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Ecco quindi il concerto dei Throbbing Gristle, leggendari collaboratori di Derek Jarman (ricordiamo la performer-stripper Cosey Fanni Tutti, anche membro del duo Chris & Cosey) in programma all’Arena del Sole il 2 novembre alle 21.30. Ma ci saranno anche 14 band che si sfideranno nel live contest Gender Jukebox in cui verranno eseguite dal vivo cover a scelta tra le canzoni che hanno interpretato al meglio le trasformazioni del costume sessuale dagli anni ’60 a oggi, tra cui cult assoluti quali "Pazza Idea", "Tanti Auguri" e "Tomorrow".Per i cinefili c’è un programma piuttosto succulento: segnatevi istantaneamente il dramma cinese "Spring Fever" di Ye Luo, migliore sceneggiatura a Cannes 2009, intensa ricognizione erotica ma anche poetica, censurata in Cina, su un triangolo amoroso bisex: come mai non è stato ancora distribuito da noi?

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La rivelazione potrebbe invece essere il peruviano "Contracorriente" di Javier Fuentes-Léon, presentato in anteprima nazionale domani sera al cinema Lumière, quasi un Brokeback Mountain marittimo – un pescatore con moglie incinta innamorato di un amico pittore – scelto come candidato all’Oscar per il miglior film straniero. Per gli intenditori del genere ursino, le due parole d’ordine saranno "Bear City", commedia firmata da Douglas Lanway. In sala sarà presente il protagonista Stephen Guarino: no ragazzi, non illudetevi, è un admirer caruccio ma molto, molto magro!

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Due documentari legati dal filo rosso della fotografia contemporanea illumineranno le serate del 6 novembre al Cinema Lumière e al MAMBo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna: "Annie Leibovitz: life through a lens" di Barbara Leibovitz – sorella della celebre fotografa – e "David LaChapelle du Pop Art e la Provocation" di Hilka Sinning. Il regista Yoni Leyser sarà presente alla proiezione del suo doc in anteprima nazionale "William S. Burroughs: a Man Within", realizzato con rari filmati di repertorio e con preziose testimonianze di John Waters, Laurie Anderson, Gus Van Sant e molti altri. 

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Gli amanti della danza si possono invece orientare verso Olivier Dubois, definito ‘l’anti Bolle’ per il corpo non certo statuario. Le ragazze avranno anche uno spazio tutto loro in "Soggettiva – XX Factor", sezione curata da Elisa Manici, in cui si potrà scoprire il personaggio dell’inglese Anne Lister, prima lesbica moderna.
L’incontro top sarà però quello col luciferino Diabolus, ossia l’anagrammato e venerabile Aldo Busi, scrittore cardine e gran provocatore, tradotto in undici lingue, autore del fondativo "Seminario sulla gioventù". Il titolo è tutto un programma: "Botta e risposta con Aldo Busi. Le botte a parte".
Tra le feste più mondanelle, da non perdere lo "Special Halloween Party" al Cassero organizzato da "Omonoia" e "Heavy Fat Party" per gli omoni oversize.