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Avvenire contro Pisapia per la decisione su coppie di fatto

Il quotidiano della Cei attacca il Sindaco di Milano per la decisione di estendere i parametri per accedere al fondo anticrisi anche alla coppie di fatto. Arcigay e Certi diritti lo difendono.

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Il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire critica la scelta di Giuliano Pisapia di estendere i criteri di accesso al fondo anticrisi di Milano anche alla coppie di fatto. "Porre sullo stesso piano coppie che – sposandosi civilmente o religiosamente – assumono un preciso impegno pubblico e persone che – per scelta, o per impossibilità – non rendono vincolanti i propri legami ‘affettivi’, significa violare la lettera e lo spirito della nostra Carta fondamentale", scrive Avvenire. Per il giornale della Cei è necessario "evitare riconoscimenti impropri e dare chiara e incontestabile priorità alla famiglia fondata sul matrimonio. Che non è favorita dalla Costituzione per ‘ideologia’, ma perché orientata a garantire quei rilevanti beni sociali che sono la stabilità delle relazioni fondamentali e la creazione di un ambiente più accogliente per i figli". "Qui – conclude Avvenire – non ci sono discriminazioni da sanare, ma condizioni e scelte oggettivamente diverse. La peggiore ingiustizia, lo insegnava anche don Lorenzo Milani, è trattare in maniera uguale situazioni differenti".

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Le associazioni gay però non ci stanno e difendono la scelta del primo cittadino milanese. Per Arcigay Milano notizie come questa "vanno a colorare di ricchi significati sia locali sia nazionali e politici l’istituzione e l’esistenza del registro delle unioni civili. Il registro va riempito di atti come questo che ne alimentino l’efficacia, nella speranza che il Parlamento arrivi a legiferare in materia. Solo il matrimonio civile darà parità, ma il registro delle unioni civili può essere  un buon allenamento democratico di legalità che dimostrerà che le famiglie sono tante e  diverse, che è l’amore che fa una famiglia e che l’estensione dei diritti a tutte le famiglie non danneggia nessuno".
Secondo l’associazione radicale Certi Diritti, "L’Avvenire cita a sproposito la famosa frase di don Milani secondo cui ‘La peggiore ingiustizia è trattare in maniera uguale situazioni differenti’. Evidentemente per Avvenire c’è un amore di serie A e uno di serie B e se una coppia è formata da persone dello stesso sesso la crisi economica le colpisce in maniera diversa. Alla faccia della carità cristiana". "Oltre a una memoria selettiva nei confronti di don Milani – dicono i Radicali -, Avvenire legge selettivamente anche la nostra Costituzione e si dimentica l’art. 2 – che riconosce le formazioni sociali ove si svolge la personalità del singolo e richiede l’adempimento dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale – e l’art. 3 che impone di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini".

L’apertura del fondo consiste nelle agevolazioni per l’acquisto della prima casa o per il sostegno all’affitto: basterà dimostrare un reddito Isee sotto i 25 mila euro e essere sposati o appunto coabitanti nello stato di famiglia per sussistenza di vincolo affettivo al 1 gennaio 2012.