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BELGIO: SÌ AI MATRIMONI GAY

Ieri sera si è concluso a Bruxelles il burrascoso iter della legge che equipara le nozze omosessuali a quelle eterosessuali. E’ la seconda nazione al mondo dopo l’Olanda. Escluse le adozioni.

BRUXELLES – Seconda nazione al mondo dopo l’Olanda, il Belgio ha deciso di riconoscere i matrimoni omosessuali. Con i soli voti contrari dei cristiano democratici e dell’estrema destra, la Camera dei Rappresentanti, dopo il parere favorevole dato dal Senato lo scorso 28 novembre, ha votato in favore di una totale apertura verso le coppie gay.
La legge, che entrerà in vigore quattro mesi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, non permette ancora alle coppie omosessuali di adottare un bambino, cosa per ora possibile solo in Olanda, ma rappresenta un passo in avanti rispetto alla precedente legislazione, che tollerava le unioni gay concedendo qualche sgravio fiscale.
“Sembra chiaro che qualsiasi relazione amorosa è apprezzata allo stesso modo nella società moderna” ha commentato Kristien Grauwels, esponente dei verdi, uno dei partiti della coalizione di governo, che ha riconosciuto come la nuova legge “sia un passaggio molto difficile per un paese di lunga tradizione cattolica”.
La possibilità di sposarsi in Belgio è aperta anche a cittadini di altri paesi, che potranno però ‘esportare’ i diritti derivanti dal matrimonio solo se il paese d’origine ne riconosce gli effetti (in Europa al momento solo l’Olanda). Per il ministro della giustizia belga, Marc Verwilghen la misura è una presa di coscienza del cambiamento di mentalità: “il matrimonio – ha osservato presentando la proposta alla Camera – offre ai due partner la possibilità di affermare la loro relazione e i loro sentimenti, non c’è più nessun motivo per non estenderlo alle persone dello stesso sesso”.
La legge arriva al traguardo dopo molte polemiche, e dopo aver incassato un pesante ‘no’ del Consiglio di Stato di Bruxelles, che ha dato parere negativo alla proposta, affermando che “il matrimonio dovrebbe essere riservato a persone di sesso diverso, dato che il suo fine ultimo implicito è la procreazione”.
L’ampia maggioranza su cui può contare in Parlamento ha permesso al governo di Bruxelles di superare indenne anche quest’ultimo scoglio, e di approvare la legge con 91 voti favorevoli, 22 contrari e 9 astensioni.
«La nuova legge del Belgio – ha dichiarato Alessio De Giorgi, Presidente Regionale di Arcigay Toscana, noto anche per essersi unito in PACS col suo compagno al Consolato Francese di Roma lo scorso 21 ottobre – rappresenta un ennesimo, importantissimo tassello sulla strada per la parificazione dei diritti delle coppie omosessuali, tanto più perché arriva da un Paese che ha una grande tradizione cattolica».
«Con questo voto – commenta a caldo il presidente nazionale Arcigay, Sergio Lo Giudice – l’ Europa, si conferma, più di ogni altro luogo del pianeta, Usa compresi, la vera patria dei diritti umani e della difesa ad oltranza della dignità di ogni persona».
«Arcigay chiede al Parlamento Italiano di discutere ed approvare la proposta di legge sul Pacs (Patto civile di solidarietà) presentata dall’on. Franco Grillini, sul modello francese. Non si tratterebbe di un matrimonio ma solo del riconoscimento giuridico delle convivenze che lo richiedano. Consentirebbe di rimuovere una serie di discriminazioni concrete in materia di eredità, assistenza ospedaliera, pensioni di reversibilità, tasse, ecc.».
Sono ormai 11 i paesi europei (Francia, Germania, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda e Lussemburgo) che prevedono la possibilità del riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso.