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Bologna: no al seggio per le primarie al Cassero

Respinta la proposta avanzata da Arcigay Il Cassero ed Arcilesbica Bologna che avevano offerto i propri spazi di via Don Minzoni come sede di un seggio elettorale per la primaria dell’Unione.

BOLOGNA – La proposta avanzata da Arcigay Il Cassero ed Arcilesbica Bologna, gli unici due circoli omosessuali del Paese ad aver offerto i propri spazi di via Don Minzoni come sede di un seggio elettorale per la primaria dell’Unione, è stata respinta.
La decisione è stata motivata, dalla commissione elettorale provinciale dell’Unione, con ragioni d’ordine squisitamente organizzativo: si è preferita la sede del Quartiere Porto in via dello Scalo, spazi ritenuti più confacenti alle esigenze territoriali.
Una decisione che lascia l’amaro in bocca ai responsabili delle due associazioni, ai quali non è sfuggito come ad una richiesta politica la commissione ha scelto di rispondere con un banale problema tecnico.
Il vicepresidente di Arcigay Il Cassero, Sandro Mattioli, esterna così la propria delusione per l’accaduto: “Nel ringraziare gli esponenti politici che hanno sostenuto la nostra proposta, non possiamo non sottolineare che l’Unione ha perso una buona occasione per dimostrare quanto realmente crede nei principi che dice di difendere, quanto realmente è disposta a dare un segnale politico chiaro all’opinione pubblica sulla concretezza delle sue battaglie, anche di quelle più difficili”.
La Presidente di ArciLesbica Bologna, Paola Brandolini, aggiunge “Ci auguriamo che in realtà non abbiamo prevalso le solite dinamiche politiche a scapito dei principi, che la paura di “osare troppo”, che spesso pervade l’Unione, non abbia impedito di accogliere positivamente una proposta di civiltà e responsabilità”. Dinamiche e paure che renderebbero difficile il percorso di chi crede che gay e lesbiche sono cittadini e cittadine come chiunque e non un problema che è meglio evitare o trattare, talora, senza troppo esporsi.
“Siamo comunque disponibili ad un confronto politico generale – conclude Paola Brandolini – che ci confermi la reale volontà dell’Unione di accogliere le istanze che proponiamo”.