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Boschi: unioni civili a gennaio. Di Maio: sì alla stepchild

The day after l’incardimento del ddl: le paure di Renzi e la posizione dei 5 stelle

The day after l’incardinamento del ddl Cirinnà sulle unioni civili. La politica, il giorno dopo l’incardinamento, lo strappo con l’NCD e l’inedita alleanza coi 5 stelle, mostra uno dei suoi lati più incomprensibili ai profani: quello del dibattito, dei distinguo, del prendere tempo o – se qualcuno vuole osare – dell'”inciucio“.

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E così, ieri sera, nell’immancabile Porta a Porta, Maria Elena Boschi, Ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento nel Governo Renzi, se ne è uscita con un candido “temo a gennaio”, nella domanda su quali saranno i tempi del ddl Cirinnà: “Temo slitteranno i tempi. Eventualmente riprenderemo a gennaio“. E chi sperava che il ddl sulle unioni civili poteva iniziare realmente la discussione nel merito mentre la legge di stabilità passava alla Camera per l’approvazione, ecco accontentato. Certo, sicuramente la Boschi è preoccupata non tanto per l’ira del solito Giovanardi, che anche ieri ha tuonato contro le unioni civili e ribadito che lui a questo Governo la fiducia non la darà più, ma per i distinguo di Gaetano Quagliariello, che si è dimesso dal ruolo di coordinatore del Partito di Alfano e minaccia la formazione di un nuovo gruppo parlamentare, all’insegna della scissione dell’atomo.

Lo strappo del coordinatore nazionale si è consumato dopo il voto sulle riforme costituzionali e soprattutto dopo la decisione della maggioranza di incardinare il testo sulle unioni civili nell’Aula del Senato. Da giorni Quagliariello non nasconde irritazione per la linea dell’esecutivo e per il posizionamento del partito, ritenuto troppo schiacciato dal Pd di Renzi. Insieme a lui altri dieci senatori potrebbero lasciare Ncd e formare un gruppo autonomo. La frattura definitiva, qualora non si arrivasse al chiarimento, potrebbe arrivare dopo il via libera alla legge di stabilità. Lapidario il commento di Alfano: “Non ho forzato nessuno a entrare nel Ncd, non trattengo con forza nessuno. Andiamo avanti, convinti delle nostre ragioni e dei nostri principi”

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Ma a preoccupare la comunità lgbt, sarebbero stati anche i distinguo del bello dei 5 Stelle, l’onorevole Luigi di Maio che ieri, in diretta a Radio Capital, ha sostenuto che “ci vuole una riflessione sulle adozioni”, mentre ha chiesto una accelerazione sul riconoscimento “di persone che si amano. Se non ci muoviamo tra un po’ ci supera anche il Vaticano. Ho letto dichiarazioni di Papa Francesco più rivoluzionarie di quelle del Presidente del Consiglio”. Di Maio, nella ricostruzione di Repubblica, non avrebbe fatto in realtà che dare una sponda ad un terzo circa dei senatori pentastellati: su 36 senatori grillini, infatti, una dozzina secondo Repubblica sarebbero estremamente perplessi sul nodo della discordia, ovvero sulla step child adoption, la possibilità di adottare il figlio biologico del partner.

In mattinata arriva però netta la precisazione dei Senatori 5 Stelle, anticipata dal Senatore Airola sulla sua pagina Facebook:
“Quanto riportato oggi da Repubblica in merito a presunte spaccature nel M5S sulle Unioni Civili è del tutto falso. Lo si può desumere dai due anni di battaglie del M5S in Commissione Giustizia. Da centinaia di post ed interviste. Il Movimento 5 Stelle, é favorevole alla legge sulle Unioni Civili ed anche alla possibilità d’adozione del figlio biologico del partner (‘stepchild adoction’), fattispecie che notoriamente non comprende l’istituto dell’adozione ex novo” lo dichiarano il capogruppo del Movimento 5 Stelle Senato Gianluca Castaldi, quello in commissione giustizia Enrico Cappelletti ed il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. “Queste fantasiose ricostruzioni giornalistiche hanno probabilmente regia nel Pd. Servono a fornire un pretesto che sia in grado di coprire giochi sporchi e voti mancanti nel Pd con il voto segreto. Il Pd cerca preventivamente di addossare le sue “colpe” politiche ad altri, del tutto estranei ai dissidi interni della maggioranza” continuano Castaldi, Cappelletti e Di Maio. “Il Movimento 5 Stelle martedì scorso, per la quinta volta, ha chiesto in aula di approvare subito il testo delle Unioni Civili, anziché votare la vergognosa legge Boccadutri che regala 45 milioni euro ai partiti, senza controlli sui loro bilanci. Il PD, per la quinta volta, ha fatto orecchie da mercante” concludono gli esponenti del Movimento 5 Stelle.”

E poco prima, via Twitter, era arrivata la netta smentita dello stesso Di Maio alla nostra redazione (anche se stiamo ancora aspettando una risposta ad una nostra richiesta di intervistarlo):

Le parole di Di Maio, in realtà, erano vero e proprio cacio sui maccheroni per quella ventina di senatori del Partito Democratico cosiddetti ‘malpancisti’, che sarebbero cioè pronti – perchè a quanto risulta a Gay.it non lo hanno ancora fatto – a presentare un emendamento che sostituisce la “stepchild adoption” con un “affido rinforzato”, come ha tentato di spiegarci settimana scorsa la Senatrice fiorentina (e renziana doc) Rosa Maria Di Giorgi: “L’emendamento relativo alla stepchild adoption che ho sottoscritto – ci disse la Senatrice – credo che possa essere la soluzione equilibrata di cui parlavo, in quanto garantisce sia la coppia nella sua funzione genitoriale che il bambino, che sarà più protetto all’interno di un affido ‘rinforzato’. Con questo emendamento, l’affidamento tradizionale che lei cita viene superato: viene disposto infatti in una forma speciale, non per due anni ma fino al compimento della maggiore età.”

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In Senato circolerebbe pure una lista, secondo la ricostruzione di Repubblica di stamani, poi seccamente smentita, che vede in testa il capogruppo dei senatori in commissione Giustizia, Ernesto Cappelletti , ed altri ancora come Enza Rosetta Blundo e Sergio Puglia, pronti a sostenere l’emendamento vergato dai cattolici del Nazareno. E, sempre secondo Repubblica, a bassa voce i senatori pentastellati, nei colloqui informali, confermano che nei voti segreti sulle unioni civili potrebbero convergere sull’emendamento dei cattodem. Ma la tesi del quotidiano è stata in mattinata smentita con sdegno dai senatori pentastellati.

Comunque vada, ne vedremo delle belle.