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Boselli: la fede non può trasformarsi in legge

In un’intervista al Giornale, Enrico Boselli risponde alle esternazioni del prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede durante il Sinodo a proposito dei politici favorevoli all’aborto.

ROMA – “La Chiesa non può pretendere che legittimi principi della fede si trasformino in leggi del Parlamento”: Così, in una intervista a ‘Il Giornale’, Enrico Boselli risponde alle esternazioni del prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede durante il Sinodo a proposito dei politici favorevoli all’aborto. La Chiesa, aggiunge il leader delo Sdi, ha il diritto di esprimersi e prendere posizione ma se si trasforma in un “attore politico” deve anche accettarne le conseguenze.
“Ruini, non sul tema dell’aborto, ha deciso di svolgere un’azione politica vera e propria. Una scelta che giudico legittima -prosegue Boselli- ma che non mi piace. La discesa nell’agone della politica trasforma Ruini in un attore politico. La Cei, dunque, diventa inevitabilmente bersaglio di critiche che non possono più essere respinte perchè considerate ingiuste. Nessuno critica il magistero di fede della Chiesa ma l’idea che la politica e le leggi debbano seguire le ragioni della fede”.
La Chiesa “commette un errore enorme quando agisce come un partito politico, intervenendo nelle vicende pubbliche italiane. Se Ruini, facendosi attore politico, dice ad esempio di no ai Pacs -conclude Boselli- deve pur dare una strada alternativa a quei milioni di italiani che ne hanno bisogno e tra i quali gli omosessuali sono soltanto una minoranza”.