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Bullismo e gay: ne vogliamo parlare?

Il Governo lancia una campagna per contrastare il bullismo tra i giovani e la presidente dell’Agedo ricorda quanto sia importante non trascurare certi aspetti specifici del problema.

ROMA – Sul sito del Governo Italiano è stata avviata una campagna di informazione sul bullismo (“Contro il Bullismo, che fare?”), innescata dai gravi episodi di violenza abbondantemente riportati dai media ma che più in generale si manifesta anche con umiliazioni e soprusi certamente meno eclatanti ma non per questo meno preoccupanti. Sono molte le forme che il bullismo può assumere, dalle scritte vagamente minacciose sui muri della scuola a fenomeni ben più marcati di emarginazione di chi è o viene percepito in qualche modo “diverso”. Il Governo prende atto che il fenomeno del bullismo, sia a scuola che altrove, è sempre più diffuso nel nostro Paese e può creare gravi disagi in chi lo subisce. Tra gli esempi rivolti ai ragazzi si accenna a quando “ti offendono per la tua razza, per il tuo sesso o per la tua religione”, oppure “fanno sorrisetti e risatine mentre stai passando”. Si accenna al sesso ma non c’è alcun cenno chiaro all’orientamento sessuale. Vengono dati consigli sia ai ragazzi, invitandoli a confidarsi ad adulti dei quali si fidino, sia ai genitori e agli insegnanti, invitandoli a tenere gli occhi aperti e cercare di cogliere quei segni che possono essere rivelatori di un problema.
Sul tema del bullismo subito dai giovani omosessuali è intervenuta anche Paola Dell’Orto, presidente dell’Associazione Genitori di Omosessuali, l’Agedo, affermando che «Da molti anni proponiamo alle scuole italiane percorsi di prevenzione del bullismo omofobico e di promozione di un clima di accettazione delle minoranze sociali. Attualmente partecipiamo a un progetto innovativo di ricerca e intervento intitolato “Family Matters” (“L’importanza della famiglia”) finanziato dalla Commissione Europea e condotto dall’Università del Piemonte Orientale, sul sostegno delle famiglie come strumento di prevenzione della violenza ai danni degli adolescenti omosessuali. Ma spesso le agenzie educative rifiutano i nostri progetti perchè, dicono, da loro gli omosessuali non esistono per cui non esiste neppure il bullismo. Chiediamo ora di essere finalmente ascoltati dalle autorità incaricate di proteggere la salute, l’incolumità e la dignità dei nostri figli: il Ministro della Pubblica Istruzione, la nuova Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza, le Commissioni Istruzione di Camera e Senato, la Ministra Bindi per le Politiche della Famiglia e la Ministra Giovanna Melandri, competente per le Politiche Giovanili. Insieme potremo porre un freno, serio, ad ogni tipo di violenza in quei luoghi dove i nostri figli hanno subìto bullismo, prevaricazione, ricatti, pestaggi, insulti e ogni altro atto di violenza e di umiliazione profonda, per il solo fatto di essere se stessi.» (Roberto Taddeucci)