“Meglio un orfanello ad una coppia di checche sfrante, ma libertarie e spiritose, che a una coppia etero di fascistelli razzisti”. In un’intervista rilasciata al direttore di GQ Carlo Antonelli, lo scrittore Aldo Busi parla di disciplina e di cambiare il mondo.
“La disciplina è multiforme – spiega -. È anche non disperdersi quando le energie sono al lumicino e grandi la demoralizzazione e lo sconforto, la rabbia politica…”.
E poi aggiunge: “Anche per questo, quando sento parlare dell’adozione di bambini da parte di coppie omogenitoriali, lo dico sempre: meglio un orfanello a una coppia di checche sfrante, ma libertarie e spiritose, che a una coppia etero di fascistelli razzisti tutti casa, chiesa, Lega e privé sempre lì a puntare il dito contro nemici di comodo”.
E il matrimonio egualitario? “Ognuno ha diritto alla propria infelicità istituzionalizzata – chiosa lo scrittore -. Però bisogna dire che i contentini simbolici non ci bastano più, al matrimonio è da preferire una promozione duale del patrimonio: qualsiasi riconoscimento dei diritti civili che non riconosca la possibilità di adozione e la reversibilità della pensione è una presa per il culo“.
“Queste leggine – conclude – che invece di cambiare il vergognoso stato di fatto italiano lo suffragano e lo protraggono all’infinito vanno respinte, finché la proposta non diventi comune, sensata, paritaria e civile. Toglietemi tutto ma non i miei contributi versati: o si abolisce la reversibilità della pensione a chiunque o io devo poterla dare a chi mi pare e piace, e a maggior ragione se lascio il mio coniuge con uno o più figli adottivi da tirar su”.