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CALIFORNIA BOYS

I ragazzi della costa californiana sono i protagonisti del nuovo volume di Joe Phillips. Belli, palestrati, e solari, come il posto in cui vivono. Ma è giusto ritrarre così la giovinezza?

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In questa rubrica abbiamo parlato più volte di Joe Phillips e dei suoi lavori, del suo innegabile contributo allo svecchiamento dell’illustrazione gay e della sua capacità di riassumere le atmosfere e le tendenze dei giovani gay del nuovo millennio. Eppure, nonostante la freschezza e l’allegria dei suoi disegni abbiano praticamente invaso quasi ogni anfratto gay del pianeta, questo autore non sembra affatto intenzionato ad adagiarsi sugli allori e continua a produrre nuovo materiale per gratificare la vista dei suoi ormai numerosi estimatori.

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Nell’attesa che il suo primo film animato in 3D venga commercializzato, quindi, non ci resta altro da fare che prendere atto della qualità che ha raggiunto con il suo ultimo libro di illustrazioni pubblicato (tanto per cambiare) dall’Editore Gmunder di Berlino, che – a quanto pare – ultimamente ha scoperto una nuova nicchia di mercato negli appassionati di illustrazioni e fumetti a tematica omoerotica. Il titolo di questo nuovo volume è Cali boys, che nello slang americano è semplicemente l’abbreviazione di “California boys”, ovvero “i ragazzi della California”.

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Piccola precisazione ad uso e consumo di chi non ha molta dimestichezza con gli Stati Uniti: lo stato della California è un caso a sè rispetto agli altri stati americani. Per motivi storici e geografici ha sviluppato un’identità molto forte, con una lunga lista di peculiarità (non ultima il fatto di avere, fra Los Angeles e S.Francisco, una delle comunità GLBT più numerose e meglio organizzate del mondo). Le spiaggie, Hollywood, il clima mite, la prima Disneyland, montagne innevate, cow-boys e molto altro ancora l’hanno resa nel corso degli anni un sinonimo di divertimento e vita spensierata (nonchè una sorta di idilliaca mecca gay).

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Una delle prime cose che ha fatto Joe Phillips non appena ha iniziato a guadagnare bene grazie ai suoi lavori è stato proprio di traslocare da Atlanta…
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Una delle prime cose che ha fatto Joe Phillips non appena ha iniziato a guadagnare bene grazie ai suoi lavori è stato proprio di traslocare da Atlanta (che si trova nella Georgia, cioè dalla parte opposta del continente!) all’assolata e ridente San Diego. Questo libro di illustrazioni – stando all’introduzione firmata dall’autore – vuole proprio essere un tributo alla sua nuova vita californiana, fatta di spiagge, gente allegra e tanta gioia di vivere. Joe Phillips definisce addirittura questo libro un “atto d’amore” nei confronti di una realtà che è stata capace di dargli molto più di quanto non si aspettasse. E in effetti, a giudicare dalle illustrazioni che compongono Cali boys, sembrerebbe proprio che l’autore sia rimasto davvero affascinato dalla California e dai suoi splendidi ragazzi.

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Tra le altre cose questo è il primo libro di Joe Phillips che propone solo illustrazioni inedite: tutti i libri realizzati in precendenza riprendevano dipinti, fumetti e illustrazioni provenienti da precedenti pubblicazioni. Questa volta, invece, Joe Phillips ha voluto darci dentro per offrire qualcosa di nuovo e davvero speciale (anche se, a dire il vero, questa volta nei ringraziamenti figura una nutrita schiera di assistenti e collaboratori che lo hanno aiutato a vari livelli). In ogni caso il materiale presente in Cali boys rappresenta un’ulteriore evoluzione nello stile di Joe Phillips: collages fotografici, fotoritocchi, immagini di modelli reali (e che modelli!) che hanno posato per lui e a cui si sovrappongono gli interventi pittorici e grafici dell’autore. Il tutto amalgamato per rendere il risultato caldo, solare e accattivante.
Nelle oltre novanta pagine del volume veniamo trascinati in un vortice multietnico di vitalità e spensieratezza. Ragazzi che giocano che fanno sport, che si amano, fanno sesso o – semplicemente – si divertono con le piccole gioie quotidiane. Sorrisi smaglianti, fisici ben costruiti, gioventù e vivacità sullo sfondo di caratteristici scorci californiani. In alcuni disegni Joe Phillips omaggia persino i parchi di divertimento californiani come Disneyland, creandone uno tutto suo (per ovvi motivi di copyright), con tanto di mascotte ufficiale: il draghetto Dizzy.
In tanto tripudio di ottimismo, bellezza e serenità, però, alcune domande sorgono spontanee. Se la California viene dipinta come una sorta di paradiso in terra, popolata unicamente da ragazzi giovani e bellissimi, non si rischia di ridurre il concetto di felicità ai minimi termini? Di idealizzare la bellezza e la giovinezza al punto di farne un passaggio obbligato per raggiungere la serenità e la gioia di vivere? E prendere per buono ciò che è raffigurato in queste pagine non è un po’ come ammettere che chi non giovane o bello, o magari nessuno dei due, non ha diritto di far parte del mondo descritto da Joe Phillips? Sicuramente ogni artista ha diritto di dare la sua rappresentazione personale di ciò che ritiene esteticamente bello, però Joe Phillips da sempre parla dei suoi lavori in termini di “sensazioni” e di “sentimenti” che vuole cogliere. È vero che i suoi giovani ragazzi sono – di anno in anno – sempre più espressivi e comunicano sensazioni gradevoli, positive e non necessariamente erotiche, ma è proprio questo il punto. Sentimenti positivi e sensazioni gradevoli possono essere veicolati solo da modelli stupendi e ragazzi fisicamente perfetti? Chi non rientra in questa categoria come deve porsi nei confronti della vita? E soprattutto: se Joe Phillips è diventato uno dei più famosi e citati rappresentanti dell’estetica gay contemporanea a quali conclusioni bisogna giungere?
Forse quelli che Joe Phillips disegna non sono “esempi” di persone, ma una specie di sintesi del bello in tutte le sue forme, un po’ come era inteso dagli artisti dell’antichità per cui “bello e buono” coincidevano. Però un conto è considerare Joe Phillips un artista i cui disegni sono una metafora della gioia di vivere, mentre tutt’altra cosa è prendere atto di come i suoi disegni hanno successo anche perchè rispecchiano gli ideali di una comunità omosessuale in cui il culto della confezione viene prima dell’interesse per il contenuto… E in effetti questo non è molto positivo.
Abbiamo parlato di:
Titolo: Cali Boys
Editore: Bruno Gmunder
Costo: 21,00 €
Reperibile nelle librerie gay e su Cleptomania

di Valeriano Elfodiluce