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CARI GAY, IL GHETTO VE LO CREATE

Lettera di un eterosessuale alla jena: "Nelle vostre disco non mi fanno entrare"

Carissimo Canino! non è la prima volta che tento di scriverti una lettera, ma poi per un motivo o l’altro, ho sempre rinunciato. Questa volta invece ho deciso di dedicare qualche minuto alle lettere alla Iena!

Dunque mi presento: sono Antonio, 28 anni, studente di ingegneria,vivo a Roma e sono eterosessuale. Questa ultima precisazione la faccio perchè il motivo della mia lettera parte proprio da questo dato di fatto!

Si parla tanto di diritti negati, di lotta alle discriminazioni e soprattutto di far uscire dal ghetto i gay. Io invece ho la sensazione che i gay nel ghetto ci si vogliono mettere da soli. Mi spiego.

Mi è capitato più di una volta di tentare di andare a ballare in discoteche gay e di vedermi negare l’ingresso!!

Io non sono certo il tipo che va in queste discoteche a far casino, solamente ho degli amici che vanno a ballare lì e mi sarebbe piaciuto stare con loro, ma invece la mia condizione di eterosessuale me lo impediva! ma perchè? e soprattutto è mai stato negato ad un gay l’ingresso in una discoteca eterosessuale? non credo no? grazie per l’attenzione.

Antonio M.

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Carissimo Antonio,

la tua lettera per la verità non è la prima che prende in esame questo argomento, ma mi sembrava la più chiara e quindi l’ho presa come esempio.

Premetto che io sono d’accordo con te. Sarebbe molto bello se tutti (etero, gay, ecc. ecc.) potessero frequentare gli stessi luoghi di aggregazione. Ma è anche vero, caro Antonio che se due persone eterosessuali si baciano in un locale gay nessuno ci fa caso, viceversa se due gay si baciassero in un locale etero succederebbe il finimondo!!! Questo è uno dei motivo principali dell’esistenza di locali gay. Inoltre c’è da aggiungere che esistono persone che preferiscono passare le loro serate in compagnia di gente che la pensa come loro. Come esistono Club di tifoseria di calcio, esistono locali dove le persone si sentono più a loro agio, più libere di esprimersi e se permetti, più sicure!

Con questo non voglio dire che è giusto creare una sorta di ghetto, anche perchè chi decide di andare in un locale gay, sa benissimo cosa fa, ma un controllo all’ingresso per il momento è ancora necessario. Sono sicuro che tutto ciò tra qualche anno non sarà più necessario. Per quanto riguarda invece l’altro punto preso in considerazione dalle lettere tipo la tua, come per esempio quella di Lino di Piacenza o di Veronica di Vercelli (Veronica la foto che mi hai mandato è bellissima!!) riguardo ad alcune prese di posizione (dure secondo loro) che alcuni esponenti gay fanno per rispondere ad "offese e dichiarazioni di ostilità nei loro confronti"

(testuali parole di Luca da Perugia…).

Io credo che la durezza che Luca mi faceva notare sia sacrosanta quando ci si sente offesi, magari poco ortodossa, ma sacrosanta. Del resto anche tutta la lotta femminista era partita come una sorta di "volgare rivoluzione" (come titolavano alcuni giornali dell’epoca) ma è anche vero che quello che le donne hanno ottenuto,lo hanno ottenuto perchè hanno alzato la voce, e non perchè lo hanno chiesto per piacere…!

Speriamo che, anche per quanto ci riguarda, tra qualche anno non sia più necessario nè gridare, nè controllare l’ingresso ai locali…voglio essere ottimista oggi!!!

Fabio

di Fabio Canino