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Che spasso lo chef con due figli ‘Fuori Menù’!

Applausi e risate per la squisita commedia spagnola che ha aperto il Togay ed è da oggi nelle sale. Ironia e leggerezza ma anche una riflessione non banale su paternità gay e coming out sportivo.

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«Trent’anni fa in Spagna si finiva in carcere per omosessualità e ora ci si può sposare. È stata un’evoluzione un po’ schizofrenica!». Così il regista spagnolo Nacho G. Velilla ha introdotto la spassosa commedia Torino Glbt Film Festival davanti a una divertita platea festosa e traboccante. "Eh sì, il lavoro di Zapatero grazie a Dio va bene!" ha aggiunto il protagonista Javier Cámara, delizioso orsetto che ricordiamo soprattutto nel capolavoro di Almodóvar Parla con lei. «È davvero un piacere essere qui. Fuori Menù è stato un successo enorme in Spagna, spero possa esserlo anche da voi». Grazie alla distribuzione di Bolero Film, infatti, questo gustoso Fuori Menù plurivincitore al festival di Malaga si può vedere da oggi nelle sale in tutta Italia.

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C’è poco da fare: l’evoluzione sorprendente e progressista della politica sociale spagnola si riflette anche nel cinema, e nel trattare il tema dell’omosessualità non c’è impaccio, imbarazzo, necessità di giustificare una realtà naturale già innestata nella quotidianità e tutelata dalla legge. Lo dimostra questo film brioso, vitale, molto ritmato: applausi scroscianti sui titoli di coda e risate a pioggia durante la proiezione. E che languorino, nell’osservare le sofisticate specialità da gourmet di Maxi, apprezzato chef proprietario del Xantarella, ristorante trendy nella Chueca, animato quartiere gay a un tiro di schioppo dalla Gran Via. Il sogno dell’ambizioso cocinero è approdare nel gotha stellato della guida Michelin ma un imprevisto famigliare lo costringe ad aprire gli occhi su un passato che aveva troppo sbrigativamente rimosso: si ritrova in casa i due figli avuti da un precedente matrimonio, un ragazzino ribelle che non accetta l’omosessualità del padre e una bimba occhialuta e pignoletta che pretende una fiaba a sera per addormentarsi. Nell’articolato bailamme domestico fa capolino anche il nuovo vicino di casa, l’avvenente Horacio Peretti (il duttile attore cileno Benjamin Vicuña), ex calciatore argentino che andrebbe bene per Maxi come il cacio sui maccheroni: saranno equivoci, schermaglie e rivalse poiché si invaghisce di lui anche l’instabile Alex (l’almodovariana Lola Dueñas, un irresistibile concentrato d’energia) che crede Horacio etero e si fionda su di lui dopo l’ennesima delusione amorosa.

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Uno dei pregi che dà una marcia in più a questa gradevole commedia rispetto a molte sue consimili, è una presa di posizione ‘politicamente scorretta’ con alcune trovate irresistibili – la nonna col terrore che il figlio vada a letto col nipote, il nonno su sedia a rotelle barzellettiere omofobo – che riescono a evitare la gag macchiettistica infondendo comunque un’affettuosa umanità ai vari personaggi. E così si riesce a riflettere con leggerezza ma senza cadere nella banalità sui tabù persistenti nel mondo del calcio che rendono difficoltoso se non impossibile il coming out, anche in Spagna; sui turbamenti emotivi delle complesse geometrie sentimentali nelle nuove famiglie con papà gay e mamme assenti; sulla ridefinizione di un certo gusto queer che si esprime in nuove forme d’arte quale l’alta gastronomia (vedasi il recente libro di ricette Pink! La cucina in rosa di Peter Norman edito da Leonardo Publishing).

Insomma, d’ora in poi si potrà ridere di finocchi e ossibuchi – ma le metafore culinarie gay curiosamente sono più diffuse in italiano che in spagnolo! – con un po’ di sana e rinfrescante (auto)ironia.