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CINECONSIGLI PER L’ESTATE

Se nelle notti afose in città, siete alla ricerca di un film che vada la pena vedere, ecco una guida gay alle migliori pellicole della scorsa stagione. Con qualche anteprima.

Estate desertica. Climaticamente e cinematograficamente. Per non parlare di film gay, neanche l’ombra nella quale acquattarsi per sfuggire alla canicola. Non resta che rimestare nelle arene estive dove recuperare i titoli più meritevoli della stagione, nelle poche anteprime (di solito blockbuster americani di maggior richiamo) e in qualche fondo di magazzino alla fine neanche da buttare. Ecco una guida ragionata dei dieci film che dovete (e potete) vedere o aver visto.

1) LA FINESTRA DI FRONTE di Ferzan Ozpetek

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Perché è il film gay dell’anno, quello di maggior successo (ha superato i dieci milioni e mezzo di euro arrivando al 10° posto degli incassi della stagione) e il più intenso. Sul filo dolente della memoria, un anziano smemorato (il compianto Massimo Girotti) viene ospitato da una coppia in crisi. Lei (Giovanna Mezzogiorno), invaghita del vicino di casa (Raoul Bova), scoprirà la storia del vecchio, il trauma per la Grande Guerra, il suo amore segreto e innominabile per un giovane vittima del rastrellamento nazista. Premiatissimo in patria, ha recentemente vinto il festival ceco di Karlovy Vary.

2) KEN PARK di Larry Clark e Ed Lachman

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Perché è il più provocatorio, il più disinibito (masturbazioni alluvionali, peni che orinano, cunnilingus intergenerazionali) e il più critico nei confronti della società dell’immagine. Una salutare scossa morale per destarsi dall’apatia vacanziera. Torrido.

3) IO NON HO PAURA di Gabriele Salvatores
Perché è il film italiano fatto meglio. Un ragazzino scopre in un buco un coetaneo rapito, ne diventa amico e cerca di salvarlo. Salvatores non sbaglia un tempo, crea atmosfera e suggestioni, azzecca anche la colonna sonora. E gli si può perdonare tutto quel grano dorato inevitabilmente pubblicitario. Memorabile Abatantuono nel suo ruolo più cattivo da orco sfatto e sguaiato.

4) IL CUORE ALTROVE di Pupi Avati
Perché inizia come un film gay, col professorino timido interpretato da Neri Marcorè che dorme in stanza con Nino D’Angelo (!) e gli intima il rischio di diventare ‘invertito’ come un suo parente che aveva dormito in stanza con uno sconosciuto. E poi perché Toppetti ha il ruolo secondario di un gay che lavora in una sartoria vaticana e in una esilarante scena al cimitero viene ripreso da Giannini che lo esorta a non sculettare almeno quando va in bicicletta.

5) RESPIRO di Emanuele Crialese
E’ tornato nelle sale (per la terza volta!), non incassa quasi niente ma è uno dei migliori esempi di neo-neorealismo prodotti dal cinema italiano degli ultimi anni. E la Golino è perfetta nel ruolo della mamma indipendente e animalista ingabbiata nella piccola comunità di un’isola del Sud. In questi giorni passa pure sulla tv satellitare. Salutare.

6) LA MEGLIO GIOVENTU’ di Tullio Marco Giordana
In realtà non è quel capolavoro che la critica ostenta ma un buon prodotto televisivo (ammettiamolo) che riesce a tenere il ritmo per tutta la sua durata. La saga di due fratelli e di una ragazza disturbata dagli Anni ’60 a oggi. E non fatevi spaventare dalla durata (è diviso in due atti da tre ore l’uno). Bravissimo Luigi Lo Cascio. Epico.

7) IDENTITA’ di James Mangold
Se amate l’horror ecco un solido esemplare del genere con un ottimo cast (John Cusack, Ray Liotta e Clea Duvall). Quasi uno Psycho in versione grandguignol: dieci persone si ritrovano in uno sperduto motel nel deserto e vengono sterminate una alla volta. Il manifesto con gli uomini stilizzati al posto delle impronte delle dita è uno dei più belli dell’anno.

8) HULK di Ang Lee

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Per la bellezza allegramente instupidita di Eric Bana e per il suo sedere nudo nel bosco. E più che altro perché lo vedranno tutti. In realtà è noiosetto e troppo lungo (2 ore e venti) e la storiella d’amore tra lui e Jennifer Connelly è sbrodolata. Non illudetevi riguardo ai muscoli di Hulk: sono interamente ricreati in digitale.

9) MY NAME IS TANINO di Paolo Virzì
Non riusciva a uscire nelle sale ma ora sta recuperando grazie anche al passaparola. E bisogna ammettere che l’odissea di questo ragazzino siciliano in America, con matrimoni su commissione in odor di mafia e tanta voglia di sognare è davvero divertente. Ideale come scacciapensieri.

10) IL MIO GROSSO, GRASSO MATRIMONIO GRECO di Joel Zwick
E’ vero, il film è una boiatona senza storia. Ma lei (Nia Vardalos) è talmente spassosa che non appena appare sullo schermo fa sbudellare. Chi ama la comicità un po’ grossolana e camp non si perda questo campione d’incassi che torna nelle sale italiane in questi giorni. Ottimo pre-Mykonos.