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#CinemaSTop: Arianna, l’odissea intersex che approderà a Venezia

L’opera prima di Carlo Lavagna su una 19enne ermafrodita sarà alle Giornate degli Autori.

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Oggi dedichiamo l’intera rubrica CinemaSTop a un’anticipazione su un film che farà sicuramente parlare di sé e sarà in concorso nella sezione Giornate degli Autori alla prossima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre). Stiamo parlando di Arianna, esordio nel cinema di finzione del regista e produttore Carlo Lavagna, specializzato in documentari e con una lunga gavetta in pubblicità. Un sentito progetto lungamente maturato – 12 anni per realizzarlo – che competerà con Viva la sposa di Ascanio Celestini interpretato dallo stesso Celestini insieme ad Alba Rohrwacher e il nuovo lavoro di Vincenzo Marra, La prima luce, con Riccardo Scamarcio e Daniela Ramirez.

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Il tema affrontato è la questione intersessuale, ossia l’ermafroditismo, fenomeno molto più diffuso di quanto si creda – circa tre milioni di casi nel mondo – ma poco esplorato dal cinema (ricordiamo Tiresia di Bertrand Bonello e l’argentino XXY). Arianna (Ondina Quadri) è una spigliata diciannovenne che però non ha ancora avuto le mestruazioni: durante una vacanza estiva sul lago di Bolsena scoprirà la sua natura intersessuale e l’operazione chirurgica che da bambino/a le aveva riattribuito la sessualità femminile. Prodotto da Ring Film con Rai Cinema, il film ha vinto con il massimo punteggio un finanziamento dalla Direzione Generale per il Cinema (il MiBACT) assegnato alle opere prime e seconde. Per completare il budget previsto, è stata anche lanciata una campagna di crowdfunding su IndieGoGo. Nel cast spiccano Massimo Populizio e Valentina Carnelutti.

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L’idea nasce nel 2003, quando il regista trasferitosi negli Stati Uniti lavorava a un documentario sul fenomeno dell’intersessualità con l’aiuto dell’ISNA, la Società Intersessuale del Nord America. Quattro anni dopo Lavagna torna in Italia e conosce Arianna Buttinelli, ricercatrice universitaria a Villa Mirafiori e cofondatrice di AISIA (Associazione Sindrome da Insensibilità agli Androgeni), prima Onlus italiana sui Disordini della Differenziazione sessuale. Dopo questo incontro rivelatore, il documentario diventa un film e alla scomparsa prematura di Arianna nel 2010 prenderà il suo nome.

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Quando avevo dieci anni – racconta il regista – avevo un sogno ricorrente e mi svegliavo perplesso: camminavo di notte per le strade e le piazze del centro di Roma ed ero una donna di trenta o quarant’anni. Mi sono sempre chiesto con stupore che cosa significasse il sogno e perché un bambino sognasse di essere una donna. Molti anni dopo, un mio amico mi ha fatto riflettere: secondo lui era come se la domanda ontologica fondamentale che tutti ci poniamo prima o poi, il significato della nostra esistenza e la presenza nel mondo, nel mio caso avesse preso la forma di personaggio erotico che mi avrebbe posto domande sulla mia identità per molti anni a venire”.“Non mi chiedevo tanto perché esistessi – continua Lavagna – ma perché esistessi come uomo invece che come donna! In ogni caso sono convinto che l’ermafroditismo sia un tema che può affascinare chiunque perché in fondo tutti avvertiamo una doppia natura dentro il nostro animo, e il film cercherà di mettere in scena questa ambivalenza interiore e i conflitti che essa genera”.