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#CinemaSTop, weekend ghiotto: Freeheld, 45 Anni, Spectre e pure Snoopy

Da non perdere il dramma politico di Peter Sollett e quello intimista di Andrew Haigh.

Freeheld, il film queer dell’anno secondo noi batte persino Carol di Todd Haynes

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È stato accusato di avere una regia troppo ‘piatta’ e tradizionale, quando invece lo stile è quello adeguato, perché lascia parlare una storia vera che si esprimeva già da sola senza bisogno di chissà quali trovate di regia. Noi difendiamo a spada tratta Freeheld – Amore giustizia uguaglianza di Peter Sollett non solo perché la vicenda della poliziotta del New Jersey ammalata di cancro al polmone che riesce a ottenere la reversibilità della pensione per la compagna è una battaglia che dovrebbe servire da esempio per i tremebondi politici italiani, ma perché la recitazione del cast affiatato è straordinaria (Julianne Moore, Ellen Page, ma anche in ruoli minori Michael Shannon e Steve Carell). Secondo noi Freeheld è ancora più bello del raffinato Carol di Todd Haynes, troppo algidamente perfetto, però, per arrivare dritto al cuore.
Rivedremo Ellen Page nuovamente lesbica in Lioness dove interpretà una marine lesbica in missione nel deserto afghano.
Da vedere prima possibile.

45 Anni, superlativa Charlotte Rampling alle prese col fantasma della ex del marito

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Piccolo gioiello intimista di Andrew Haigh, emergente regista inglese gay del sensibile Weekend, 45 Anni è illuminato da una dolente Charlotte Rampling nel ruolo di una moglie che si accinge a festeggiare il 45esimo anniversario di matrimonio col marito interpretato da Tom Courtenay (vogliono organizzare un sontuoso party con gli amici). Ma pochi giorni prima dell’evento una lettera li informa che il cadavere dell’ex fidanzata di lui, morta per un incidente in montagna finendo in un crepaccio cinquant’anni prima, è stato ritrovato congelato sulle pendici fra Svizzera e Italia. Questa notizia sconvolge entrambi, tanto più che lei scopre un segreto che riemerge dal passato e rimette in discussione la loro relazione all’apparenza idilliaca.
Non accade quasi nulla nel film, eppure i piccoli sobbalzi del cuore, in eventi minimi (i due vivono in un cottage di campagna con un cane) hanno una grazia e una misura che riescono a tratteggiare due intere esistenze con pochi dialoghi essenziali – Haigh è un ottimo dialoghista: l’aveva già dimostrato con la rivelazione Weekend – e molti sguardi espressivi.
Entrambi gli attori sono stati premiati a Berlino con l’Orso d’Oro (ma lei è più brava). Ideale per coppie in età, ormai le uniche che frequentano le sale cinematografiche italiane.
Da vedere.

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Siamo arrivati al 24esimo 007 con due nuove Bond Girls: Monica Bellucci e Léa Seydoux. Ecco Spectre di Sam Mendes

Ventiquattresimo film dell’infinita saga di 007 tratta da Ian Fleming, rivede per la quarta volta Daniel Craig nel ruolo iconico di James Bond (è invece la seconda regia di Sam Mendes, dopo il precedente Skyfall). Due nuove Bond girls, la nostra Monica Bellucci e l’indimenticata Emma dai capelli blu del capolavoro lesbico La vie d’Adèle, ossia Léa Seydoux. Per il resto tutto nei canoni degli appassionati del padre di tutti i film spionistici: inseguimenti mozzafiato, location internazionali (Città del Messico, Roma, Londra), esplosioni, doppi giochi, un’organizzazione criminale totalitaria, la Spectre appunto, che ci spierebbe tutti come il Grande Fratello.
In attesa del sempre annunciato e mai realizzato 007 gay (chi potrebbe farlo? Rupert Everett? Matt Bomer? Ben Whishaw che qui appare in un ruolo minore?), ecco il più lungo della saga – ben 148 minuti – e il più costoso, intorno ai 250 milioni di dollari.

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Snoopy & Friends di Steve Martino, arrivano i Peanuts in 3D per il 65esimo anniversario

Prima trasposizione in 3D del fumetto cult dei Peanuts che festeggiano i 65 anni di vita (cronologicamente è il quarto film tratto dai disegni di Charles M. Schultz), Snoopy & Friends diretto da Steve Martino vede il brachetto più amato del mondo aiutare l’adorato Charlie Brown a conquistare la giovane allieva dai capelli rossi appena arrivata in classe.
Curiosità: Charles M. Schulz ha disegnato da solo i Peanuts ininterrottamente per cinquant’anni. Non si è mai fatto aiutare da nessuno e non ha mai assunto assistenti nemmeno quando, all’inizio degli anni Ottanta, la sua mano ha iniziato pericolosamente a tremare. Ha disegnato la sua ultima striscia il 3 gennaio 2000 ed è stata pubblicata il giorno dopo la sua morte, avvenuta il 12 febbraio dello stesso anno.