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CinemaSTop, vichinghi e pinguini sbarcano in sala

Il bellissimo Tom Hopper, i pennuti Dreamworks, i piccoli di Trash e Ogni maledetto Natale

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Sbarcano “I vichinghi” con a capo il filogay Tom Hopper

Nono secolo dopo Cristo. Un manipolo di predoni vichinghi cacciati dal proprio re salpa per la Gran Bretagna con l’obiettivo di saccheggiare i monasteri delle preziose reliquie che custodiscono ma una violenta tempesta li fa naufragare sulla costa scozzese. Per sopravvivere devono raggiungere il remoto accampamento di Danelaw ma lungo la strada rapiscono Lady Inghean, figlia del re Dunchaid, al fine di chiedere un lauto riscatto. Il sovrano però non si piega e riunisce l’Armata dei Lupi formata dai suoi mercenari più spietati per riavere l’amata discendente.
Se vi piace il genere hunk scandinavo, potreste gustarvi negli stringati panni del leader Asbjörn il magnifico Tom Hopper (che in realtà è inglese) con insolite extension che chiedevano ben undici ore di trucco per l’applicazione. Hopper ha dimostrato di essere particolarmente filoqueer: Gay Times gli ha dedicato più di una copertina e lui si è offerto come testimonial per la prevenzione del cancro al colon e ai testicoli. In un’intervista ha anche spiegato la sua passione per il mondo lgbt: “Penso che i fan gay siano i migliori in assoluto, i più leali. Ho moltissimi amici gay che mi seguono e leggono, va benissimo”.
Il villoso parterre di quest’action testosteronico sulla scia di “Valhalla Rising” ma più avventuroso e meno autoriale, comprende altri bellissimi: Ryan Kwanten (“True Blood”) , Ken Duken (“Bastardi senza gloria”), Charlie Murphy (“Philomena”), James Norton (“An Education”), Ed Skrein (“Il trono di spade”) e Anatole Taubman (“I Tudors”).
Dirige il regista/produttore/sceneggiatore svizzero Claudio Fäh.

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“I pinguini di Magadascar 3D”, uno di loro viene adottato da una coppia gay

Vi segnaliamo questo spin-off in animazione targato Dreamworks e diretto da Simon J. Smith perché scopriamo che uno dei quattro buffi pinguini del celebre cartoon “Madagascar”, dall’insospettabile doppia vita di agenti secreti, viene gioiosamente adottato da una simpatica coppia gay (non sono gli irresistibili Gus & Waldo di Massimo Fenati, ma tant’è). “Tu non hai una famiglia e moriremo tutti quanti!” gli viene detto brutalmente da uno dei tre fratelli non appena si schiude il guscio del grosso ovone, giusto per rassicurarlo. Così i fantastici quattro pennuti Skipper, Kowalski, Rico e Soldato, non adeguandosi al destino biologico di rimanere a vita “carini e coccolosi”, si prodigano in giro per il mondo, da Venezia a Shanghai, al fine di sventare i piani del malvagio Octavius Tentacoli, scienziato matto ex polpo ed ora umanoide geneticamente ipermodificato che vuole trasformare in mostracci tutti i pinguini della Terra. È ormai tendenza per i personaggi secondari di celebri saghe animate promossi al ruolo di protagonisti: dopo il Gatto con gli Stivali da “Shrek”, sono in arrivo anche i Planes volati via da “Cars” e i goffissimi Minions di “Cattivissimo me”. Piccole creature crescono…

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“Trash”, i ragazzini delle favelas-immondezzaio di Rio in cerca di riscatto esistenziale

Non si sa se sono più sporche e invivibili le favelas dove vivono o le discariche dove lavorano col compito di smistare i rifiuti. Sta di fatto che due ragazzini vedono la possibilità di un riscatto esistenziale quando trovano tra l’immondizia un portafoglio dai mille segreti per il quale la polizia locale offre loro una lauta ricompensa. “Trash” è messo in scena dal regista di “Billy Elliot” e “Le ore”, il sensibile Stephen Daldry, ed è tratto dal romanzo omonimo di Andy Mulligan che è stato sul set durante le riprese: “Gli eroi di Trash sono proprio quei ragazzi – spiega lo scrittore -. Sono carismatici, coraggiosi e pronti a combattere contro ogni avversità pur di arrivare al loro obiettivo. Il casting mi ha affascinato. Stephen ha avuto ragione. Quei bambini sono diversi dai personaggi che ho cercato di rappresentare nel romanzo; li ha resi più drammatici agevolando l’aspetto cinematografico. Raphael è un duro, ma nasconde un lato gentile, e ha un atteggiamento nei confronti della vita forse meno rabbioso di Gardo, che invece è di gran lunga più complicato e fisicamente più forte. Caratteristiche che sono fantasticamente emerse già dai casting”.
Vincitore del Premio del Pubblico all’ultimo Festival Internazionale del Film di Roma.

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“Ogni maledetto Natale”, la commedia corale per esorcizzare lo stress delle feste imminenti

Se cercate qualcosa di leggero e svagante per esorcizzare l’incubo stress delle festività di fine anno, ecco la commedia nostrana “Ogni maledetto Natale” del trio Ciarrapico-Torre-Vendruscolo, già autori dell’apprezzata serie tv “Boris”. Un cast corale ‘sdoppiato’ (Pannofino, Morante, Guzzanti, Mastandrea, Giallini, eccetera), nel senso che ogni attore interpreta un personaggio di ciascuna delle rispettive famiglie della coppia di protagonisti, Massimo e Giulia (Alessandro Cattelan e Alessandra Mastronardi): i proletari Colardi in una Tuscia immaginaria e i miliardari Marinelli Lops in un sontuoso palazzo del centro di Roma. Si preannuncia un tourbillon di gag esilaranti più sofisticate del consueto cinepanettone d’ordinanza. “Il Natale, che dovrebbe essere un momento di armonia – spiegano i registi – pace e coesione famigliare, è qui raccontato come un incubo antropologico, all’origine di tutti i disagi di quel periodo, una festività che stressa e affatica le persone sin dalla notte dei tempi. A Natale le giornate sono più corte, più buie, più fredde. E l’uomo da sempre reagisce alla paura di questa oscurità con un impazzimento di luci, caos, esasperazioni, feste e sacrifici. Anche oggi il Natale è questo, una follia collettiva in cui le famiglie hanno i superpoteri e vogliono essere gratificate e glorificate, rovesciandoti addosso tutte le aspettative che in realtà non sono le tue”.