Anche il tuo direttore di banca può essere gay. Lo può essere il tuo idraulico, il commesso nel negozio dove ti servi abitualmente, il tuo postino. Potenzialmente chiunque intorno a te può essere gay senza che tu lo sappia. Il "gay everywhere" è uno degli argomenti usati dalle associazioni lgbt per far capire al mondo eterosessuale quanto poco possa illudersi di essere autonomo rispetto alle minoranze. Perché l’economia gira grazie all’azione congiunta – e spesso involontaria – di tutti i componenti della società.
Consapevoli di questo le associazioni americane hanno indetto un giorno di sciopero invitando gay e lesbiche a non recarsi a lavoro e usare quelle ore per svolgere piuttosto un’attività di volontariato presso di loro. Come una qualsiasi categoria lavorativa che rivendica dei diritti, anche la comunità lgbt prova a far sentire la sua voce. E l’iniziativa "Day witouht a gay" – un giorno senza gay – dopo la bocciatura dei matrimoni in California assume un tono di rivendicazione ancora più forte.
Nonostante il nome scelto sia d’effetto, non è del tutto originale. Non è la prima volta infatti che gruppi di minoranza propongono di astenersi dal lavoro per far inceppare per un giorno i meccanismi economici. Ci provarono gli immigrati che nel 2006 indirono il "Day Without Immigrants" facendo rallentare per quel giorno di sciopero l’economia dell’intero paese.
Ci proveranno anche gay e lesbiche il 10 dicembre, giornata dell’International Human Rights Day delle Nazioni Unite. L’invito è quello di "darsi gay" dal lavoro, senza usare presunti mal di testa o di stomaco o altre motivazioni. Aderire con coraggio al DWG. Sperando nella comprensione del proprio datore di lavoro.