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‘CON I GAY, MA SENZA SCONTRI’

Bertinotti, in vista delle primarie di ottobre, ascolta le richieste della comunità glbt: “accolgo tutto, ma non creiamo contrapposizioni tra partito laico e confessionale”.

ROMA – «Caro Bertinotti, siamo cittadine e cittadini omosessuali, lesbiche, transessuali, impegnati nella politica, nella cultura, nell’informazione. Ogni giorno spendiamo le nostre energie per la costruzione di un paese più civile, libero e democratico».
Con questa lettera aperta a Bertinotti è iniziato ieri, 27 luglio, a Roma, nei pressi di Montecitorio, un incontro del movimento GLBTQ con Fausto Bertinotti, segretario della Rifondazione Comunista. L’incontro è stato promosso da Titti De Simone, parlamentare RFC. Tema dell’incontro-confronto è stato «Diritti, libertà, laicità: come costruiamo un’alternativa».
Le motivazioni dell’incontroPer oltre due ore i rappresentanti del Movimento hanno parlato, esposto le proprie opinioni, mentre Bertinotti, seduto in silenzio, prendeva appunti, annuendo e sorridendo alle riflessioni, alle critiche, a qualche battuta dei vari rappresentanti che si sono alternati al microfono. Fra questi c’erano Paola Concia (DS), Sergio Lo Giudice (Arcigay), Mauro Cioffari (Gayroma), Vladimir Luxuria, Imma Battaglia (DìGayProject), rappresentanti del Mario Mieli, dell’ArciTrans e dell’Arcilesbica. Presente in sala anche Franco Giordano, capogruppo di Rifondazione alla Camera, oltre a Titti De Simone, organizzatrice dell’incontro.

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Nel suo discorso introduttivo la De Simone ha detto: «Abbiamo pensato a questo momento di incontro e di confronto fra il movimento e il segretario di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti, per parlare di noi. Per fare il punto sulla situazione italiana, sulle proposte di legge, sulla loro prospettiva nell’Unione, in vista delle Primarie e poi speriamo di un governo di alternativa. Perché pensiamo che il contributo e il protagonismo di gay, lesbiche e transessuali sia fondamentale per l’alternativa politica e culturale alle destre. Ed è in questo senso che in queste ore, lesbiche, gay e transessuali del movimento, a vario titolo, promuovono la costituzione di un comitato GLBT per le primarie, a sostegno della candidatura di Fausto Bertinotti».
Alcune posizioni

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Fra gli interventi più partecipati c’è stato quello di Vladimir Luxuria: «Abbiamo paura della solitudine. Perché il nostro affetto fa paura al mondo politico? Ma perché se vivo in uno stato laico devo veder lesi i miei diritti da persone come Mastella o dalla pressione del Vaticano?».
Sergio Lo Giudice, presidente nazionale di Arcigay, ha posto l’accento sul fatto che i PaCS sono degli emeriti sconosciuti nel mondo politico: «Noi siamo già delle coppie di fatto, chiediamo alla sinistra un impegno nella battaglia per un riconoscimento giuridico. Se deve esserci una legge, che sia per il matrimonio civile che ci consenta di presentarci davanti ad un ufficiale giudiziario e vedere riconosciuti i nostri diritti».
La parola a Bertinotti

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Dopo aver ascoltato tutti, Fausto Bertinotti ha preso la parola: «Ho ascoltato con interesse le vostre proposte e spero che questa sia solo la prima occasione per allacciare un dialogo. Impegniamoci per rifondare la cultura politica». E ha continuato: «Sono d’accordo con voi perché ci sia una politica di cambiamento e mi impegnerò in questa battaglia. Le vostre richieste saranno inserite tra i punti centrali della mia campagna per le primarie».
Ha poi affermato con energia: «Bisogna rivalutare il carattere laico dello stato, una politica fondata sull’autonomia della propria cultura e uno stato fondato sull’autonomia della propria capacità di decidere». E, prima di andare via, ha rivolto quasi una richiesta al mondo omosessuale: «Non alimentiamo nuovi fondamentalismi, non riduciamo tutto a una contrapposizione, una lotta tra un partito confessionale e un partito laico. Lottiamo per i diritti della persona e, come ho detto prima, per rifondare il carattere della politica».
Al di là delle promesse elettoraliUn incontro cordiale, quello con Bertinotti, anche se per alcuni tratti un po’ troppo formale. Speriamo che alla cordialità e alle promesse pre-elettorali corrisponda un fattivo impegno della sinistra italiana nell’attuazione.
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di Roberto Russo