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Coppie gay: anche Cuba verso il riconoscimento

Grazie all’impegno pro-gay di Mariela Castro, la nipote di Fidel, i diritti e le protezioni legali per la comunità GLBT cubana sono destinate a migliorare.

L’AVANA – Il Partito Comunista di Cuba sta valutando l’introduzione di varie nuove iniziative per eliminare le discriminazioni contro persone omosessuali e transgender. Il risultato di tale importante cambiamento è stato enormemente facilitato dall’impegno con cui si è mossa Mariela Castro, figlia di Raúl Castro Ruz e dunque nipote del leader maximo cubano, Fidel. Mariela Castro (che è sposata con un italiano col quale ha avuto due figli) è la direttrice del Centro cubano per l’educazione sessuale (CENESEX), nonché giornalista e direttrice della rivista Sexología y Sociedad ed è nota per la sua attività a favore della comunità GLBT (gay, lesbica, bisessuale e transgender).

Varie fonti nelle ultime settimane hanno confermato che significativi cambiamenti saranno apportati alle leggi della Repubblica Socialista Cubana. Si tratta di norme che, se approvate, conferiranno alle coppie omosessuali gli stessi diritti civili, patrimoniali, ereditari, di diritto alla casa e all’adozione pari a quelli delle coppie eterosessuali. Stando a quanto riferito da Norma Guillart, esperta che collabora con un gruppo di lesbiche ai lavori del CENESEX, la riforma dovrebbe anche consentire a ogni donna l’accesso ai servizi di riproduzione assistita, che finora sono fruibili solo da donne sposate. Cambiamenti sono anche previsti per venire incontro alle esigenze della comunità transgender, per quanto riguarda le problematiche burocratiche del cambio di nome e genere sui documenti e per gli aspetti medici, come trattamenti ormonali e chirurgici.

A Cuba le relazioni omosessuali sono divenute legali nel 1992 ma finora le coppie composte da persone dello stesso non hanno (esattamente come in Italia) nessun riconoscimento giuridico. Tuttavia già nel corso della primavera il Presidente dell’Assemblea Nazionale Ricardo Alarcón, parlando dell’omosessualità, aveva detto che «dobbiamo abolire ogni forma di discriminazione», aggiungendo che «stiamo provando a capire come poterlo fare, se attraverso il diritto al matrimonio oppure avendo le unioni same-sex. Dobbiamo ridefinire il concetto di matrimonio. Il socialismo dovrebbe essere una società che non esclude nessuno.» Si tratterà di cambiamenti molto forti in una società ancora piuttosto omofoba per via della morale cattolica e per certo machismo di stampo latino che ancora vede con disprezzo l’omosessuale (specie se effeminato e passivo), e nella quale per molti anni le persone omosessuali sono state imprigionate e perseguitate.   (Roberto Taddeucci)