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Corte EU: trans in pensione con le altre donne

La Corte di Giustizia della Comunità Europea ha riconosciuto ad una trans inglese di poter andare in pensione alla stessa età di tutte le altre donne in base al principio di non discriminazione.

BRUXELLES – La Corte di Giustizia Europea con una sua sentenza ha stabilito che anche le transessuali hanno il diritto di andare in pensione alla stessa età di tutte le altre donne. Contrariamente si sarebbe violato il diritto comunitario ed in particolare una direttiva comunitaria sulla parità di trattamento in materia di sicurezza sociale. Il caso finito sotto esame della Corte è quello dell’inglese Sarah Margaret Richards, nata nel 1942 e diventata donna nel 2001, che aveva fatto domanda per poter andare in pensione a 60 anni, età prevista per le donne nel Regno Unito. Le autorità hanno però risposto negativamente, in quanto in quel paese i transgender non possano far modificare la menzione del sesso nel loro atto di nascita ma soltanto ottenere un certificato di riconoscimento di genere, in base al Gender Recognition Act del 2004, che riconosce si il cambio di sesso ma che non ha valore retroattivo. La Richards non si è però arresa, rivolgendosi al tribunale d’appello e da qui il caso è arrivato poi alla Corte di Giustizia europea, che le ha dato ragione anzitutto in virtù del fatto che il diritto di non essere discriminati per il proprio sesso costituisce uno dei diritti fondamentali della persona umana di cui la Corte è tenuta a garantire il rispetto. Questo diritto vale anche per le discriminazioni determinate dal cambiamento di sesso.
La decisione della Corte è stata accolta con grande soddisfazione da tutta la comunità gay, lesbica e transgender. “Un fatto di grande civiltà” l’ha definita Titti De Simone, neoeletta per Rifondazione Comunista alla Camera e già presidente di Arcilesbica. “Dalla Corte arriva oggi una sentenza molto importante, un fatto di grande civiltà” ha aggiunto De Simone, augurandosi anche che “questo passo in avanti possa avere presto ricadute nella legislazione del nostro paese”. Positivo naturalmente anche il commento di Marcella Di Folco, Presidente del M.I.T. Movimento d’ Identità Transessuale, che ha commentato a Gay.it: “Mi trovo perfettamente d’accordo con l’alta Corte, perché lo stato britannico comunque dà un riconoscimento al cambio del sesso e quindi non può tirarsi indietro quando gli fa più comodo. In Italia la legge 164 dà tutti i riconoscimenti legali a chi cambia sesso. Io che ho cambiato sesso nell’ottanta vado in pensione a sessanta anni.” (RT)