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Countdown agli Oscar, ce la farà “Milk”?

Tre giorni alla cerimonia più attesa dai cinefili di tutto il mondo: riuscirà Gus Van Sant col suo eccezionale biopic gay a conquistare il premio più ambito? Speriamo, ma il favorito è The Millionaire

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Sarà l’Oscar dell’incertezza, questa 81esima edizione degli Academy Awards in programma domenica 22 febbraio al Kodak Theatre di Los Angeles (da noi, come sempre a notte fonda su Sky). Nella prima edizione dell’era Obama, ci sono almeno tre film papabili per i massimi premi, molto diversi tra loro: “Il curioso caso di Benjamin Button” con un Brad Pitt umano ‘invertito’ biologicamente, nel senso che nasce vecchio e ringiovanisce progressivamente; il semibollywoodiano “The Millionaire” che vince una sorta di ‘Chi vuol essere milionario’ indiano e ripercorre la propria vita a ogni domanda; il gran bel biopic di Gus Van Sant sull’attivista gay “Milk”, che potrebbe bissare i successi di “Brokeback Mountain” anche perché è stato molto amato dalla critica e, fra tutti, è il film più ‘obamiano’ e progressista. Poche speranze, invece, per gli outsider “Frost/Nixon” (troppo poco spettacolare) e “The Reader” (controverso per l’argomento: quando si parla di Seconda Guerra Mondiale bisogna andarci poi piedi di piombo per vincere l’Oscar…). Ecco le nostre previsioni delle categorie principali, nella sottile speranza che a trionfare sia però il film queer dell’anno, il vero cinemanifesto politico glbt di cui andare orgogliosi, il commovente “Milk” che ha già in tasca la statuetta per la migliore sceneggiatura originale.

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Miglior film: The Millionaire di Danny Boyle La lotta è con “Il curioso caso di Benjamin Button”, non tanto perché quest’ultimo è il candidato ‘forte’ con 13 nominations, ma perché è il film che meglio riassume gli Stati Uniti di oggi ripercorrendo la storia della nazione con un sentimento ottimista alla Forrest Gump che l’Academy amò molto: dalla recessione degli anni ’30 all’uragano Katrina ma è troppo lungo, imperfetto e gli effetti speciali lo rendono un po’ artefatto. ‘The Millionaire’ invece è pura energia, ritmo, colore e il tocco esotico bollywoodiano potrebbe davvero stregare i giurati.

Miglior regia: Danny Boyle per The Millionaire È il suo anno, e ha già trionfato ai Bafta e ai Satellite Awards. Di solito, poi, l’accoppiata col miglior film è quasi un’istituzione (ma ci sono eccezioni, vedi il triste caso di  ‘Brokeback Mountain’). La regia dell’inglese Boyle è la più dinamica e innovativa, molto meno paludata dell’inaspettato classicismo di un Fincher  riflessivo sulla morte con una malinconia di fondo che in tempi di crisi si fugge volentieri: invece ‘The Millionaire’, con la sua parabola vincente ‘quizzarola’ e due giovani protagonisti indiani, è davvero il film dell’anno che inneggia a un futuro multietnico.

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Miglior attore protagonista: Mickey Rourke per The Wrestler Il ring è tutto loro: il redivivo Rourke, gonfio, pesto e tutto rifatto, contro uno dei migliori attori al mondo, nella sua interpretazione migliore, Sean Penn in “Milk”. Ma quest’ultimo ha già vinto un Oscar per “Mystic River” e Mickey va ‘consolato’ per la mancata Coppa Volpi a Venezia andata poi al nostro Silvio Orlando. È una bella sfida tra due anime opposte dell’America: quella etero del perdente che si riscatta e dopo vizi e stravizi torna in sella – gli è pure morto da poco l’inseparabile cagnolino Loki, povero! – contro quella gay militante che sacrifica con la vita il suo ideale di giustizia sociale e libertà. Speriamo di essere contraddetti e applaudire Penn, lunedì all’alba, con la sua seconda statuetta in mano!

Miglior attrice protagonista: Kate Winslet per The Reader Perché è l’attrice più premiata dell’anno e sarebbe ora, alla sesta nomination, che vincesse la meritata statuetta. Le uniche vere rivali sono Angelina Jolie, già oscarizzata, e l’eccelsa Meryl Streep suora diabolica in “Il dubbio” che farebbe tris alla soglia dei sessant’anni: ma non ce n’è bisogno per dimostrare che è la migliore attrice al mondo.

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Miglior attore non protagonista: Heath Ledger per Il Cavaliere Oscuro È sempre la categoria delle sorprese ma quest’anno si va sul sicuro: sarà Oscar postumo per Heath Ledger nel suo ineffabile Joker dalle mille smorfie, anche per sottolineare che un talento così non va dimenticato in fretta, essendo mancato così giovane. E sarà anche un modo per fargli recapitare, tra le stelle, una scusa ufficiale della distrazione a causa della quale il suo memorabile cowboy gay Ennis Del Mar non vinse la statuetta. Te la merit(av)i, Heath.

Miglior attrice non protagonista: Penelope Cruz per Vicky, Cristina, Barcelona Perché all’Academy non era sfuggita la sua toccante interpretazione in “Volver” di Almodóvar e, visto che sarà la protagonista del prossimo film del maestro spagnolo, è il modo giusto per dirle che oltre oceano la tengono in ottima considerazione. L’unica alternativa sensata sarebbe l’attrice di colore Viola Davis per “Il dubbio” ma la sua interpretazione dura talmente poco che un Oscar sarebbe davvero troppo.

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Miglior sceneggiatura originale: Dustin Lance Black per Milk Ecco il modo migliore per risarcire il film di Gus Van Sant che, con otto nominations, probabilmente vincerà solo questo Oscar per la più calibrata, matura e attenta sceneggiatura dell’anno. Anche per riconoscere che non è facile raccontare una figura leggendaria per la comunità gay senza cadere nella retorica agiografica o nel banale didascalismo. 

Miglior sceneggiatura non originale: Simon Beaufoy per The Millionaire Per un plot molto ricco e originale, in grado di mescolare sapientemente la tragedia degli slums indiani con il fanatismo molto contemporaneo per i quiz televisivi, attraverso un’anima decisamente musicarella che trasforma in eroi del bene due giovani protagonisti interpretati da attori sconosciuti e forse per questo più amati. Il loro ruolo è scritto con la consapevolezza che la forza del mondo è nelle masse della povera gente, e non nell’élite annoiata dei milionari ormai narcotizzati da un lusso decisamente fuori moda in tempi di crisi economica.

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Altre candidature: La splendida fotografia in acido di Anthony Dod Mantle, pupillo di Lars Von Trier, dovrebbe sbaragliare i concorrenti e garantire a “The Millionaire” un altro Oscar. Scenografia, costumi, trucco ed effetti speciali dovrebbero essere appannaggio di “Il curioso caso di Benjamin Button” mentre il film di animazione ‘Wall-E’ ha buone chances per la colonna sonora, canzone originale, montaggio sonoro e suono. È invece un testa a testa tra lo splendido docu-film d’animazione israeliano “Valzer con Bashir” di Ari Folman e l’ottima Palma d’Oro francese “La Classe” di Laurent Cantet per quanto riguarda il film straniero: ma essendo il primo stato ingiustamente ignorato sulla Croisette, l’Oscar sarebbe una meritatissima ricompensa.