Cuoco gay denuncia: "Costretto dal capo ad andare con una prostituta" - ristorante rimini 1 - Gay.it Archivio

Cuoco gay denuncia: “Costretto dal capo ad andare con una prostituta”

È successo a Rimini. Il datore di lavoro gli impone di dimostrare di non essere gay.

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Costretto ad un rapporto con una prostituta per dimostrare di non essere “ricchione”. È l’incredibile racconto che un cuoco quarantenne riminese ha fatto ai carabinieri, stanco delle vessazioni subite dal suo datore di lavoro, un ristoratore, che non faceva altro che apostrofarlo e insultarlo per il suo essere dichiaratamente gay. Il fatto è avvenuto il 20 dicembre scorso quando il ristoratore, all’apice della sua omofobia, ha costretto il dipendente a presentarsi con una prostituta. “Ci devi dare la prova che non sei omosessuale” gli ha detto, secondo quanto riporta Il Resto del Carlino . Umiliato, il ragazzo va per strada, racconta tutto ad una prostituta che accetta di seguirlo. Giunti al ristorante, i due vengono costretti ad andare in una stanzetta, preparata per “la prova”. Non contento, il ristoratore sarebbe entrato più volte per vedere cosa stava succedendo e non si sarebbe accontentato della conferma della donna. “Mi sono sentito violentato – ha raccontato il cuoco -. Mi sono rivestito e sono tornato nella sala dove stavano gli altri”. Tutto è accaduto davanti ai colleghi del cuoco che avrebbero spalleggiato il proprietario.

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A spingere il quarantenne ad assecondare le assurde richieste del datore di lavoro, la paura di perdere il posto e di ritrovarsi disoccupato. Ma due settimane dopo l’accaduto, il cuoco è stato licenziato ugualmente. A quel punto ha detto basta ed ha deciso di denunciarlo ai carabinieri.
Agli agenti ha raccontato di avere ricevuto un assegno da 1400 euro, come stipendio, per scoprire dopo che si trattava di un assegno scoperto. “Ho lavorato 36 giorni, sempre in nero” ha spiegato. E per di più vessato, maltrattato e umiliato per il solo fatto di essere gay.
La denuncia, adesso, ipotizza i reati di ingiuria e minacce, ma l’avvocato ha fatto sapere che potrebbero esserci gli estremi anche per violenza privata ed estorsione. Di certo, sarà chiesto un risarcimento per i danni morali e psicologici subiti dal cuoco.