Reduce dal successo de “La rivincita delle bionde” ed in attesa di cimentarsi nel suo seguito, Reese Witherspoon è la protagonista di questa commedia sentimentale ad alto tasso zuccherino pensata, realizzata e distribuita ad uso e consumo delle tredicenni romantiche di tutto il mondo.
A prescindere dalla vostra età e dal vostro sesso se uscirete soddisfatti o soddisfatte dopo aver visto questo film sarete automaticamente catalogabili nella categoria suddetta.
In quel di New York la bionda stilista in carriera Melanie (Witherspoon, appunto) si vede regalato un diamantone preziosone dal suo ricco/bello/famoso fidanzato Andrew (interpretato da Patrick Dempsey, visto in “Scream 3”) che è oltretutto il figlio del Sindaco della città – la sempre brava Candice Bergen – che però non la vede di buon occhio e diffida di lei. Non ha tutti i torti in effetti.
Il biondo cuoricino zuccherino di cui si è invaghito il figlio infatti ha un segreto: ha già un marito, un sempliciotto volante (nel senso che ha un piccolo aereo) dagli occhioni azzurroni dalla quale in realtà non si è mai legalmente separata. (Nota: gli occhioni azzurroni cui si accennava li fornisce con la prestazione l’attore Josh Lucas, visto in “A beautiful mind”). Decisa ad estorcere a qualunque costo l’ambita firma sul documento di divorzio la disinteressata Mel torna dopo anni e anni di assenza nella natia Alabama e, tra le torte della mamma e le feste danzanti paesane, riscopre il fascino semplice della vita di provincia, lontana dallo stress e il caos della vita cittadina.
Riallaccia anche i rapporti con Bobby Ray (l’attore Ethan Embry) che per fare rima col nome è anche gay. In incognito, ovviamente, nel paesino di provincia nessuno sa di lui. Almeno fino a quando la biondina amica d’infanzia non si ubriaca e gli fa fare un ‘coming out’ forzato…
Vita di provincia e gay nascosti, siamo forse dalle parti di “In & Out”? Purtroppo no. “Tutta colpa dell’amore” semmai si sforza disperatamente di essere il nuovo “Pretty Woman”, con l’amore che trionfa anche a prescindere dalle disponibilità finanziarie degli innamorati di turno. I risultati sono però assai più modesti.
Reese Witherspoon decisamente non è Julia Roberts. La sceneggiatura disporrebbe di situazioni potenzialmente molto divertenti ma non le sfrutta al meglio e la regia di Andy Tennant non va oltre la dignitosa messa in scena, senza nessuna trovata registica di una qualche inventiva. Tennant è reduce dal dramma in costume “Anna and the King”, ma stavolta non ha neanche una Jodie Foster su cui poter fare affidamento e tutto l’intreccio risulta prevedibilissimo sin dalle prime sequenze.
Il problema forse è che il film manca assolutamente di spontaneità, di genuinità. E’ tutto troppo costruito a tavolino: mettiamo un po’ di commedia, il difficile rapporto coi genitori, qualche bisticcio tra innamorati, qualche canzoncina di pop-rock melodico, la filosofia del ‘ma quanto si sta bene in campagna’ e, ma si, pure l’amico gay cuore solitario. Alla fin fine il messaggio sembra essere “Il primo amore non si scorda mai”, roba da cartina dei cioccolatini, ma almeno in quelli si può mangiare la cioccolata. Qui non c’è nemmeno quella consolazione.