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Dal blog di Imma: Considerazione post elettorali

Alla fine sono arrivate le elezioni del 13 e 14 Aprile e Berlusconi ha rivinto e noi tutti uomini e donne di Centro-Sinistra e Sinistra abbiamo decisamente perso!

Alla fine sono arrivate le elezioni del 13 e 14 Aprile e Berlusconi ha rivinto e noi tutti uomini e donne di Centro-Sinistra e Sinistra abbiamo decisamente perso!

La kermesse elettorale, però, per alcuni/e di noi non è ancora finita; il 27 e 28 Aprile siamo chiamati  a votare per il Sindaco di Roma e il Presidente della Provincia di Roma.

Come prima cosa vorrei fare un appello a tutti ad andare a votare e a votare Zingaretti e Rutelli, lo so che il nome di Rutelli per molti è pesante da digerire ma vi assicuro che, per tutte le persone glbt e tutte le associazioni glbt di Roma,  un centro-destra, guidato da Alemanno, aprirebbe un periodo molto ma molto pesante.

Voglio però concentrare la mia riflessione su cosa è accaduto a noi, persone e movimento glbt, negli ultimi anni, fino ad arrivare ai risultati di queste ultime elezioni.

Nei quasi 40 anni di storia del movimento glbt siamo cresciuti dentro e a lato della Sinistra, caricando di ideologia le istanze glbt.

Subito dopo l’esplosione del 2000 ci sono stati due fatti importanti: è iniziata la rincorsa alle candidature e l’identificazione delle battaglie del movimento glbt con le unioni civili e le leggi contro le discriminazioni.

Tutto il movimento, guidato dai suoi leader storici, ha scelto la strada del collateralismo anzichè quella dell’indipendenza e del lobbismo.

Collateralismo espresso a fianco dei due grandi partiti della Sinistra i DS da una parte e Rifondazione Comunista dall’altra.

Nell’elezioni del 2001 vince Berlusconi ma il movimento riesce ad incassare i primi due parlamentari glbt, Grillini (DS) e De Simone (PRC).

I nostri rappresentanti parlamentari trascorrono cinque anni di governo all’opposizione tentando di portare attenzione sulla proposta di legge dei Pacs.
Il Pacs viene sostenuto e sbandierato da tutti i partiti di Sinistra come opposizione ad un governo che di Unioni Civili non ne vuole neppure sentire parlare.

Così ci si prepara ad affrontare la contesa elettorale del 2006 con l’Unione che media sul tema Unioni Civili.
Il risultato della mediazione è la cancelllazione del Pacs dal programmma elettorale a favore di un approccio di diritti alla persona.
Si vincono le elezioni di pochissimo e il movimento glbt ottiene un nuovo parlamentare, Wladimir Luxuria, a fianco di Grillini e De Simone e Silvestri al Senato.

Le aspettative di tutto il movimento sono altissime e la delusione è profonda quando il Pacs viene cancellato a favore dei Dico prima e del CUS dopo.
Ciò nonostante non si approda a nulla per la debolezza della compagine governativa Prodiana che intanto continua divedersi tra un approccio iper moderato (DS e Margherita) e un approccio più laico ma di difficile realizzazione in questo paese (PRC, Verdi, Radicali Comunisti Italiani).

Nel frattempo nel paese incombono la povertà, il precariato, le tasse, gli industriali incazzati, le morti bianche, la "munnezza" di Napoli, Alitalia, gli stupri e gli omicidi di donne da parte di balordi, insomma una scena apocalittica in un panorama mondiale depresso che spostano il centro dei temi politici dai diritti civili ai temi più concreti dell’economia, sicurezza, stabilità, sviluppo!

Nasce il PD come la nuova proposta politica che ha l’obiettivo di unire definitivamente con un programma riformista molte correnti al fine di creare presupposti politici di stabilità. Veltroni, con le elzioni primarie , viene eletto con segretario e inizia il processo di costruzione.

Cade il governo Prodi e si ritorna al voto, troppo presto per il progetto di costruzione del PD!

Veltroni immette un grande novità nella scena politica decidendo di correre da solo e costringendo tutti gli altri a seguirlo, PDL e Sinistra Arcobaleno complice anche la legge elettorale.

E la scena glbt? Grillini esce dai DS e si apparenta con Boselli e il Partito Socialista che non accordandosi con il PD rimane isolato così che  a 15 giorni dalle elezioni si gioca la carta di Grillini candidato a Sindaco di Roma.
Quasi tutte le realtà glbt si dissociano dalla candidatura di Rutelli muovendosi intorno alla Sinistra Arcobaleno e sostenendo fortemente il candidato omosessuale Grillini a Sindaco di Roma.

Tutti corrono a chiedere candidature, Arcigay Nazionale si lamenta insieme a Benedino, perchè non ha abbastanza rappresentanti in lista con il PD, così tutti si affrettano e affannano a rincorrere la Sinistra Arcobaleno.
L’unica ad avere successo è Paola Concia che ottiene la candidatura abbastanza sicura in Puglia, lasciando in disparte Benedino. Il risultato elettorale ci consegna una sconfitta clamorosa di tutti, omosessuali compresi, che si trovano a passare da 4 rappresentanti ad una soltanto.

Ma quello che è più preoccupante è il dato di Roma, finalmente una candidatura all’aperto, Grillini leader storico del movimento glbt, per anni Presidente di Arcigay Nazionale e Presidente Onorario con due legislature alle spalle, apparizioni continue in TV e  Media prende a Roma ben poco, meno delle peggiori aspettative (13620 pari allo 0.82%).

Il voto disgiunto a favore di Grillini è di 2256 voti pari ad una variazione dello 0.19% rispetto al Partito Socialista (in termini relativi = voto disgiunto/voto a grillini sindaco = 2256/13620=16.78% del totale sindaco Grillini).

Se confrontiamo il dato di Grillini Sindaco con i dati alla Camera del Partito Socialista a Roma (tot. 9065) abbiamo una differenza di 4555 voti pari allo 0.28% in più.

Ciò vuol dire che la comunità omosessuale "mediatica" (blog, siti, ecc…) e non (associazioni, personaggi noti, ecc…) che hanno appoggiato Grillini hanno spostato lo 0.28% dei voti.

Questa è la conferma che il movimento glbt è incosistente e non rappresentativo politicamente.Roma ha circa 2.000.000 di elettori e se le persone glbt rappresentano il 7% circa (a Roma, in quanto metropoli, c’è sicuramente una percentuale maggiore della media nazionale) si tratterebbe di circa 140.000 elettori "glbt".

Sempre a Roma ci sono circa 12 associazioni glbt tra cui Arcigay Roma che dichiara di avere 30.000 iscritti, e lo storico Mario Mieli che ha sostenuto in maniera chiara Grillini e Sinistra Arcobaleno ebbene la domanda è dove sono andati tutti questi voti?

È evidente che nessuna associazione controlla e rappresenta il voto politico delle persone glbt.
Questo è il dato politico che emerge da queste elezioni e che ci vede tutti sconfitti, non è più possibile bluffare sui numeri.

Siamo sempre più soli, sempre più indietro e la nostra  meta dei diritti civili sempre più lontana.Dobbiamo prendere atto che una certa strategia politica di appiattimento sui partiti ha fallito come ha fallito la rappresentanza di figure storiche poltiche e intellettuali del movimento glbt che hanno incitato alla conta come risposta al dilagante centrismo del PD.

Ebbene è l’ora della resa dei conti, o cambiamo o muoriamo, o capiamo che c’è bisogno di un cambiamento sostanziale oppure siamo completamente finiti.

Cambiare vuol dire partire dal rispetto di chi ha vinto e iniziare a creare un ponte con tutti i nostri compagni/e che hanno votato PDL e costruire un gruppo di pressione politica trasversale, in cui siano loro i primi a mettersi in corsa perchè questo Governo accolga le nostre istanze ma anche per costruire la politica del futuro.

È necessario iniziare un percorso di rappresentanza e leadership che individui nuove figure più rappresentative di tutte le persone glbt anche quelle che non hanno mai votato e mai voteranno il Centro Sinistra.
Dobbiamo costruire un movimento trasversale che tenga presente i nostri oppositori (cattolici) compresi per costruire con la mediazione ed il consenso e non con lo scontro ideologico.

Tutto questo deve partire dai Pride con una riflessione importante:
il Pride è la manifestazione dell’orgoglio glbt, un momento di celebrazione, di festa, ma anche di politica per questo deve avere un appuntamento fisso ogni anno a Roma dove deve confluire tutta la popolazione compatta sotto le bandiere RAINBOW che sono le nostre uniche bandiere.

Basta con la scelta del Pride Nazionale itinerante!É molto importante che ci siano Pride in tutto il territorio nazionale perchè aiutano a migliorare la visibiltà e la vivibilità della persone glbt sopratutto nei piccoli centri e in provincia ma a Roma bisogna creare l’appuntamento fisso politico annuale  "Nazionale" rivendicativo dei nostri diritti, come in tutte le grandi nazioni del mondo!
 
Quest’anno il Gay Pride Nazionale sarà Bologna per rispetto a degli accordi unitari presi da due anni ma da settembre si cambi musica.
É bene anche che tra tutti noi ci sia la consapevolezza politica che gli appuntamenti "locali" di Roma e di Milano del 7 Giugno diventano strategici perchè saranno la prima uscita pubblica di tutto il movimento subito dopo l’insediamento del nuovo Governo Berlusconi!
Costruiamoli insieme e  facciamo sì che non si trasformini immediatamente in scontri ideologici!

Imma Battaglia
Presidente di Di’Gay Project – DGP