DELITTO IN VATICANO - estermann - Gay.it Archivio

DELITTO IN VATICANO

4 anni fa la Guardia Svizzera Tornay ammazzava il suo capo e la moglie. Perché? Ne parlano al Maurizio Costanzo Show, Fabio Croce, Franco Barbero e Ersilio Tonini. Senza trascurare il "caso pedofilia"

Il mistero della morte di un giovane vicecaporale della Guardia Svizzera, del suo comandante e della moglie di questi, avvenuto in Vaticano quattro anni fa, sarà al centro di una delle prossime puntate del Maurizio Costanzo Show. Nel salotto di Canale 5, Fabio Croce, attivista gay e editore del libro "Delitto in Vaticano" che indaga sui retroscena della tragedia, insieme con don Franco Barbero, il cardinale Ersilio Tonini e Umberto Galimberti, ricorderà le circostanze misteriose della morte delle due Guardie Svizzere e della donna. Durante la puntata, si affronterà anche la questione dei preti americani accusati di pedofilia.

Il 4 maggio 1998, intorno alle 21, vicino a Porta Sant’Anna, dentro le mura Leonine che cingono la Città del Vaticano, si consumava una orrenda strage. Cedric Tornay, Alois Estermann e sua moglie, Gladys Meza Romero venivano trovati morti a colpi di arma da fuoco, scoperti da una suora che abitava nello stesso stabile dei coniugi Estermann. Versione ufficiale emessa dalla Santa Sede ventiquattro ore dopo la strage: il ventitreenne vicecaporale Cedric Tornay in preda a un raptus di follia uccide il suo capo e la moglie, poi si suicida sparandosi in bocca.

L’omicida-suicida lasciava scritto a un suo commilitone che avrebbe compiuto l’insano gesto in nome della sua fede per il Papa e per la giustizia, visto che si sentiva discriminato dal suo capo per la eccessiva severità con cui veniva trattato e perché non aveva ricevuto la promozione che gli spettava. Dal bollettino ufficiale emesso dalla Santa Sede l’otto febbraio 1999, col quale si archiviava il caso, si veniva a conoscenza che il Tornay era pazzo, faceva uso di sostanze stupefacenti (hascish), conduceva una vita dissoluta, aveva una cisti al lobo frontale destro grande come un uovo di piccione, nel cranio, che gli impediva la normale funzione cerebrale. La madre del Tornay, Muguette Baudat, battagliera signora svizzera di Martigny, non si è mai arresa di fronte a questa versione dei fatti e ha fatto effettuare in patria una successiva autopsia sul corpo del figlio, dalla quale si evince che la discussa cisti in realtà non esisteva, i denti del figlio erano spezzati, per cui probabilmente la pistola che lo ha colpito nella bocca è stata spinta a forza; per giunta il corpo del giovane è stato trovato riverso in avanti e con la pistola a portata di mano: cosa impossibile per la potenza dell’arma che l’avrebbe spinto al contrario e sarebbe balzata più lontano per la forza d’urto. Infine il foro procurato dal colpo dietro il cranio è più piccolo del tipo che avrebbe dovuto perforarlo con la sua arma in dotazione. La vicenda è complessa e chiarirla qui richiederebbe pagine e pagine. In questi giorni si fa un gran parlare di questa vicenda; il canale televisivo La7 ha dedicato un lungo documentario su questo giallo, unico nella storia per il luogo dove si è consumato; L’Espresso ha riaperto di fatto il caso ponendo vari interrogativi su cosa realmente è accaduto;

DELITTO IN VATICANO - delitto in vaticano - Gay.it Archivio

il Maurizio Costanzo Show invece martedì 30 aprile registrerà una puntata in cui si parlerà del caso, invitando importanti esponenti del Vaticano e l’autore dell’unico libro-verità sul caso delle Guardie Svizzere uscito nel mondo, Fabio Croce (Delitto in Vaticano – Ed. Libreria Croce). Su questo volumetto non troverete di certo la vera dinamica di come si è svolto il fatto criminoso (chi può dirlo?): di certo scoprirete i motivi per cui si è arrivati a tanto spargimento di sangue. Attraverso inconfutabili testimonianze Fabio Croce ci racconta la storia gay vissuta per due anni dai due svizzeri, (dalla sua nascita il Corpo delle Guardie Svizzere a Roma viene considerato "l’harem del Vaticano") l’allontanamento forzato del Capo dalla sua recluta, l’arrivo della moglie dal Venezuela (sposata per questioni di lavoro, con rito civile, quindici anni prima e mai convivente), l’ira degli ultimi giorni, (il giovane Tornay aveva confessato a un suo amico che voleva lasciare il Vaticano fortemente deluso da ciò che aveva vissuto, possibilmente con un po’ di soldi, magari ricattando qualcuno, visto che comunque era testimone di tanti segreti scottanti, la tragedia finale.