DiCo: i diritti civili dei gay nel limbo tra Camera e Senato - Anna Finocchiaro - Gay.it Archivio

DiCo: i diritti civili dei gay nel limbo tra Camera e Senato

Fortissime le pressioni per fa sì che il cammino parlamentare sui DiCo inizi e finisca (probabilmente) subito al Senato. Commissione giustizia intanto è proseguito l’esame delle proposte di legge.

ROMA – Il disegno di legge del Governo sui Diritti e doveri dei Conviventi (DiCo) è ‘sospeso’ tra i due rami del parlamento in quanto non è ancora stato deciso se farne iniziare l’iter legislativo alla Camera o al Senato. La decisione potrebbe arrivare in serata ma ancora non è stata ufficializzata. Dal centro-destra si chiede a gran voce che il teso venga inviato al Senato, dove vista la risicata maggioranza e il voto contrario preannunciato dall’Udeur di Mastella è altissimo il rischio che i tanto sospirati DiCo finiscano subito al macero. La Casa delle Libertà, come noto, è assolutamente contraria a questa legge, che permetterebbe di cominciare a garantire qualche diritto fondamentale alle coppie conviventi, soprattutto quelle omosessuali che non hanno l’opzione matrimoniale ma neanche un’alternativa giuridica, come avviene invece in molti altri stati europei, e non. Questa mattina nella conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama il capogruppo di An Altero Matteoli e il vicepresidente dei senatori di Forza Italia Elisabetta Alberti Casellati hanno chiesto al presidente del Senato Franco Marini di chiarire la questione. La presidente del gruppo dell’Ulivo al Senato, Anna Finocchiaro (nella foto), non nasconde le forti pressioni perché il ddl inizi il suo iter parlamentare a Palazzo Madama e riconosce che il gioco è tutto politico: «Ho la forte preoccupazione – ha detto – che si consideri il Senato come il luogo dove non si riesca ad esercitare le prerogative tipiche di una Camera legislativa.» La Velina Rossa (il foglio parlamentare d’area dalemiana) scrive: “Non riusciamo a comprendere l’insistenza di alcuni esponenti dei gruppi parlamentari della maggioranza per seguire la strada del Senato, quando gia’ si sa quale sia la situazione effettiva in quel ramo del Parlamento relativamente ai numeri. Se poi si è deciso di affossare il disegno di legge subito, sarebbe più onesto dirlo a chiare lettere.”
Il presidente della commissione Giustizia del Senato, Cesare Salvi, difende il disegno di legge Bindi/Pollastrini spiegando che non è un attentato alla famiglia e neanche «contiene alcun principio eversivo.» In commissione sono già depositati nove disegni di legge e si attende anche quello del governo che, secondo alcune fonti della maggioranza, potrebbe giungere al Senato già entro questa settimana. Per Salvi «La famiglia ha una protezione prioritaria in base all’articolo 29 della Costituzione e le unioni di fatto hanno un altro tipo di protezione sancita dall’articolo 2, questi sono i parametri entro i quali il Parlamento valuta l’opportunità di legiferare.» Parlando di uno dei punti controversi, quello della reversibilità della pensione, l’esponente dei Ds ha ricordato che anche in questo campo i DiCo non sarebbero affatto eversivi in quanto già durante la guerra del 1915-18 veniva riconosciuta una sorta di pensione di reversibilità non solo alle vedove dei soldati deceduti ma anche alle conviventi non sposate. Nel pomeriggio di oggi in una nota la senatrice del Prc Maria Luisa Boccia ha commentato i lavori della commissione Giustizia che «ha completato oggi l’esame, già iniziato a gennaio, dei disegni di legge parlamentari. La relazione del presidente Salvi è stata molto positiva, ha messo in evidenza quali sono i punti di diritto, dalla Costituzione, alle leggi, alle sentenze della Corte costituzionale e la giurisprudenza, che consentono ed anzi fortemente suggeriscono una regolamentazione adeguata delle unioni civili. Fatta salva che la decisione spetta al governo – conclude Boccia – la prassi vuole che il disegno di legge governativo si aggiunga agli altri quando la discussione è già iniziata.» (RT)