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DiCo: qual’è la lobby che agisce nell’ombra?

Destra e Chiesa all’assalto dei DiCo. Per Berlusconi sarebbero un provvedimento illiberale e antisociale. Per il Vaticano potenti lobbies agirebbero nell’ombra. Mancuso: sono loro.

ROMA – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha posto nei giorni scorsi la sua forma sul Disegno di Legge sui diritti delle coppie conviventi (DiCo) e ora tocca al governo decidere in quale dei due rami del parlamento iniziare la discussione del Ddl, sebbene al Senato l’iter legislativo sia già avviato in Commissione Giustizia, con Cesare Salvi come relatore. «La firma del Presidente della Repubblica che autorizza la presentazione in Parlamento del disegno di legge sui Dico dà l’avvio ad un percorso legislativo che potrà arricchire il testo a cui ho lavorato con il ministro Bindi» ha dichiarato la Ministra per i Diritti e le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini. «Le ricerche ci confermano che la gran parte dei cittadini di questo Paese, credenti e non, (come indicano anche i sondaggi, ndr) mostra di apprezzare un disegno di legge che assegna nuovi diritti e nuovi doveri alle persone che vivono un progetto di amore e di solidarietà. Compito delle istituzioni è dare loro delle risposte». Il presidente del Consiglio Romano Prodi intanto dai microfoni di Radio24 risponde alle critiche di chi vede nei DiCo un chissà quale piano diabolico per ‘minare’ la famiglia tradizionale: «Non c’è una sola virgola che possa mettere a rischio l’istituto familiare – ha detto Prodi – e abbiamo varato un provvedimento che viene incontro a necessità molto forti di centinaia di migliaia di italiani e italiane ma che non scardina per nulla la famiglia.» Il suo predecessore Silvio Berlusconi invece, in una intervista al gruppo di quotidiani Quotidiano.net (La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno) afferma che i DiCo «Non aggiungono diritti veri quasi a nessuno, ma sono un grande manifesto ideologico contro la famiglia tradizionale» e aggiunge di essere «convinto che anche i nostri parlamentari di cultura laica si opporranno ad un provvedimento illiberale e antisociale.»
Dalla Città del Vaticano non ci si lascia sfuggire nessuna opportunità per ribadire quanto sia giusto, saggio e certamente sia fare la volontà divina voler impedire il riconoscimento di diritti a tutte quelle coppie che non sono “regolarmente sposate”. Benedetto XVI ricevendo i nunzi apostolici in America latina ha fatto riferimento alle «pressioni di lobbie capaci di incidere negativamente sui processi legislativi» (il che, paradossalmente, è proprio quello che molti individuano come il comportamento del potere religioso nei confronti della politica italiana) e ha ripetuto che «solo sulla roccia dell’amore coniugale fedele tra uomo e donna si può edificare una comunità degna di essere umano.» Parla a La Stampa di sinistre «lobby che agiscono nell’ombra» anche Velasio De Paolis, teologo dell’ex Sant’Ufficio al fianco di Joseph Ratzinger, oggi segretario del supremo tribunale della Segnatura Apostolica (la Cassazione vaticana). «Ci sono gruppi potenti finanziariamente e politicamente che agiscono nell’ombra e influenzano chi fa le leggi. È in atto una guerra ideologica contro la famiglia, il matrimonio e i valori difesi dalla Chiesa». De Paolis poi aggiunge che «I Dico sono il cavallo di Troia per arrivare alle nozze gay. Come già accaduto per il silenzio della Convenzione Ue sulle radici cristiane dell’Europa, i circoli laicisti e massonici alimentano le dinamiche della secolarizzazione per scristianizzare la società».
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Ma per Aurelio Mancuso, presidente Liff (Lega italiana famiglie di fatto) «La vera lobby in grado di incidere sui processi legislativi è la Chiesa cattolica: lo abbiamo visto di recente con la legge sulla fecondazione assistita, lo abbiamo visto in passato e lo continuiamo a vedere con il finanziamento alle scuole private, con l’8 per mille e via discorrendo. Per Mancuso «se queste lobby pro Dico o pro Pacs esistessero veramente certe leggi in Italia esisterebbero da oltre 30 anni. È anacronistico nel 2007, in una società civile, rivendicare ancora diritti negati talmente evidenti.»
Sulle lobbie vuole dire la sua anche Luca Volontè, capogruppo alla Camera dell’Udc, e certamente non potevamo non proporvi il suo raffinato pensiero: «Ci sono lobby arcinote che su scala europea e italiana vogliono imporre la loro idea relativista e omosessualista alla società. Le pressioni dell’Ilga su scala europea nei confronti della presidenza Merkel, di cui ha fatto in passato esperienza Buttiglione, sono le stesse presenti in larga misura – sostiene Volontè – negli uffici di molti Ministeri italiani. I modelli televisivi nelle fiction ‘pubbliche’ sono un inno all’infedeltà coniugale e al libertinismo. La campagna di ‘omosessualizzazione educativa’ lanciata dall’Arcigay nelle scuole pubbliche tende a costruire una generazione di nuovi ‘queer’, nel più totale permissivismo del Ministero dell’Istruzione. Per Freud, Jung ed Adler, pionieri della psichiatria e non cattolici, era una patologia, una malattia mentale ma ora pare una moda.» Per l’esponente Udc sarebbe «in atto una campagna di ‘incivilizzazione’ e ‘imbarbarimento’ senza precedenti. Le lobby di genere, propongono di modificare artificialmente la natura umana, da uomo-donna a cento diversi generi, eppure anche questa semplice ‘invenzione folle’ diviene moda e pregiudizio verso gli esseri umani naturali.»
Dove per “esseri umani naturali”, ovviamente, si intendono gli eterosessuali. Tutti gli altri, pare di capire, non lo sono. (Roberto Taddeucci)