DIRITTI GAY: SE NON ORA, QUANDO? - Se non ora quando - Gay.it Archivio

DIRITTI GAY: SE NON ORA, QUANDO?

Per il TorinoPride, un dibattito con interventi di Mancuso, Capezzone e Grillini. Tra i temi i Pacs, le famiglie arcobaleno, le questioni legislative e le istanze dei transessuali.

TORINO – Mai come in questo periodo il tema dei diritti gay è quanto di più attuale e urgente per la comunità omosessuale, vista la situazione di anomala arretratezza dell’Italia rispetto ai successi in campo legislativo in molti paesi europei. È stato questo il tema di un’interessante giornata di dibattiti dal titolo ‘Se non ora quando? – Nuovi diritti e nuove responsabilità per le persone glbt, in una società che cambia’ svoltasi al Salone Valdese e promossa dal Comitato Torino Pride 2006 (il caloroso saluto di un pastore ha confermato quanto questa chiesa sia più vicina ai gay di quella cattolica anche grazie a un costante tavolo di studio sulle questioni omosessuali).
«Il terreno dei diritti è un banco di prova importante per il movimento – ha spiegato il moderatore Gigi Malaroda – Per il suo valore sia di progetto che di valutazione dei risultati ottenuti: non c’è però una situazione soddisfacente sul riconoscimento delle unioni civili. La questione dei diritti attraversa trasversalmente la società italiana che ha problemi molto gravi di arretratezza e di incapacità di essere laica. Addirittura su ‘La Repubblica’ è stato scritto che la sinistra sta sovrastimando le tematiche glbt. Da parte del governo di destra, come sappiamo, non c’è stata nessuna apertura ma non dimentichiamo che la manifestazione sui Pacs a Roma è stata per Prodi un ‘caffè amaro’».
Un mondo di diritti violatiI lavori della giornata sono iniziati con il dossier di Amnesty International sul tema del diritto d’asilo e sulle violazioni dei diritti umani fondamentali. «Risale al 2 marzo 2005 la sentenza dell’espulsione del cittadino senegalese in seguito alla quale Calderoli definì l’Italia ‘terra di finocchi irregolari’. In almeno 70 stati al mondo l’omosessualità è condannata – ha ricordato la portavoce Claudia Rubino – In Sudan, Iran, Mauritania e Arabia Saudita c’è la pena di morte. Lo stato legittima così la discriminazione, ufficializzando la violenza. Ricordiamo il caso di Kelly McAllister, transessuale californiana violentata in carcere. In questo modo la polizia e le autorità diventano complici. Ci sono paesi in cui soprattutto le donne vengono internate per essere curate dall’omosessualità. Una lesbica dello Zimbabwe veniva fatta stuprare col consenso dei genitori perché rimanesse incinta. Vengono commesse quotidianamente violenze anche ai difensori dei diritti delle persone glbt, come il caso di Brian Williamson ucciso in Giamaica. Viene negata la protezione internazionale ai gay. La Convenzione delle Nazioni Unite del 1951 consente di ottenere lo status di rifugiato e quella contro la tortura proibisce il rimpatrio di chiunque verso un paese in cui potrebbe essere a rischio di tortura. Un gay iraniano a cui fu vietato lo status di rifugiato si è tolto la vita. Questo status è stato invece ottenuto, per esempio, da un cittadino marocchino ad Aosta e uno rumeno a Roma. Amnesty International ha accolto con favore la decisione del Giudice di Pace di Torino che ha dichiarato l’illegittimità del provvedimento di espulsione dell’immigrato senegalese per motivi legati all’orientamento sessuale, interpretando in maniera estensiva l’art. 19 del Testo Unico sull’immigrazione».
Riccardo Gottardi ha poi parlato della situazione europea spiegando che «l’ILGA Europa è una federazione glbt europea, un’associazione di associazioni formata da 230 membri in 40 paesi in collegamento con altri network che si occupano di discriminazione. Il Trattato di Amsterdam contiene l’articolo 13 che dà la competenza all’UE di agire contro le discriminazioni, si può contare anche sulla Carta di Nizza. Per il futuro bisogna tenere presente che l’Europa è cambiata, si è allargata a 25 paesi membri. Il presidente della Polonia ha vietato per due anni la marcia della tolleranza: il problema è che le leggi contro le discriminazioni devono essere approvate all’unanimità. Si sta lavorando a una risoluzione contro le discriminazione, c’è una lotta attiva per la promozione del riconoscimento delle coppie gay. È però preoccupante la crescita dei movimenti di estrema destra anche in stati come la Svezia e la Gran Bretagna. A Ginevra, dal 27 marzo al 3 aprile, si terrà un importante congresso dell’Ilga, abbastanza economico grazie alle sovvenzioni del cantone di questa città».
L’Italia verso i Pacs

DIRITTI GAY: SE NON ORA, QUANDO? - Se non ora Aurelio Mancuso - Gay.it Archivio

Un veloce riassunto della nascita del PACS è stato poi fatto da Aurelio Mancuso, segretario nazionale Arcigay: «La proposta fu depositata nel 2002 da 161 parlamentari. Attualmente c’è un grande interesse intorno al PACS. Secondo ‘La Repubblica’ il termine PACS è stata la parola più utilizzata nel 2005 dopo ‘tsunami’. Ad oggi si contano circa 400 iniziative e 100.000 firme raccolte in calce alla petizione popolare di sostegno alla proposta di legge. Ricordiamo il ‘Kiss to Pacs’, 2000 coppie che si sono baciate in Piazza Farnese a San Valentino nel 2004, il ‘Pacs Day’ del 21 maggio 2005 e ‘Tutti in Pacs’ il 14 gennaio di quest’anno. Credo che abbiamo concluso felicemente un primo ciclo: abbiamo finalmente fatto maturare la consapevolezza che il Gay Pride del 2000 non è passato inutilmente. Stiamo lavorando per la revisione del decreto autoattivo contro la discriminazione sul luogo di lavoro. Il movimento è cambiato, molti giovani hanno ripreso a collaborare con noi dopo anni di scoramento. Per il Torino Pride Arcigay conierà uno slogan, probabilmente ‘ORA PACS’».
L’esperienza locale del Circolo Pink di Verona è stata poi riportata da Roberto Aere, «un lavoro che ha prodotto cultura anche se non documenti giuridici. A Verona nel 1995 sono partite tre mozioni antigay che ritenevano immorale la decisione del Parlamento Europeo legate al milione e 400.000 euro per la famiglia stanziati dalla Banca Carige. Verona è un laboratorio dove la destra e la parte silente dei cattolici hanno potuto fare questo in assoluto silenzio. L’11 febbraio faremo una manifestazione contro le ingerenze della Chiesa sulla vita dei cittadini al grido dello slogan: ‘NO VAT’».
Famiglie nascosteSi è passati poi alla questione delle famiglie gay con figli: mentre uno splendido bambino biondo, Michele, vagava contento per il salone, Valentina Violino ha spiegato che «Famiglie Arcobaleno è un’associazione composta da genitori omosessuali o che magari prima avevano un legame eterosessuale e hanno figli. Forniamo aiuto per contratti di convivenza, protocolli di intesa per le separazioni, appoggi psico-socio-giuridici. Siamo un gruppo cresciuto sotto l’ala protettrice del professor Di Leo, uno dei massimi esperti italiani in questo campo». L’associazione è rintracciabile su Internet a questo sito: www.famigliearcobaleno.org.

DIRITTI GAY: SE NON ORA, QUANDO? - Se non ora Vanni Piccolo - Gay.it Archivio

Lo storico attivista Vanni Piccolo ha quindi introdotto ‘GayLeft‘, «la consulta omosessuale dei DS, un coordinamento politico. Lo scopo è portare dentro al partito dei DS le istanze delle persone omosessuali. Noi preferiamo addolcire le amarezze dei gay che quelle di Prodi. I PACS sono uno spartiacque importanti. Sono ormai tanti gli anni di movimento ma non è stato facile».
L’ottica transGiusta attenzione è stata poi data alle questioni trans, troppo spesso passate in secondo piano: Mirella Izzo di Crisalide Azione Trans ha ricordato che «la componente trans ha vistose sofferenze all’interno del movimento. Siamo solo l’1% ma le nostre problematiche hanno un peso superiore. Un sondaggio di Gay.it riporta che ben il 14% ritiene che una delle più importanti esigenze del movimento è l’adeguamento anagrafico delle persone trans. Siamo la categoria che più di ogni altra ha difficoltà a trovare lavoro. In Inghilterra è stato firmato un anno fa il ‘Gender Recognition Act’. Putroppo in Italia la legge 164 non dice che la ricostruzione dei genitali garantisce il documento congruo. La cosiddetta ‘piccola soluzione’ è una scopiazzatura della legge tedesca degli anni ’70 sul cambio di nome e di sesso che permette di avere un documento con un nome adeguato al genere ma senza modificazione del codice fiscale, quindi quasi totalmente inutile per la ‘questione lavoro’». Carla Turolla di Arcigay Milano ha inoltre informato i presenti della volontà di «organizzare uno scambio di curricula per le transessuali imprenditrici».

DIRITTI GAY: SE NON ORA, QUANDO? - Se non ora Fabeni Toniollo - Gay.it Archivio

Si è passati quindi alla presentazione di un libro, il ricco tomo dal titolo ‘La discriminazione fondata sull’orientamento sessuale‘ a cura di Gigliola Toniollo e Stefano Fabeni, che «nasce da un lungo tentativo di coinvolgimento dei Parlamentari – spiega la Toniollo – L’idea era anche sfruttare il nome della Cgil per arrivare ai miglior giuslaboristi italiani come Rescigno e Senese. Ricordiamo che i parlamentari della Margherita si sono astenuti dal voto sull’omofobia». «Siamo riusciti a limitare un’eccezione troppo generale alla parità del trattamento dei diritti per le agenzie private dell’impiego – spiega Fabeni – Ma esiste il problema del dialogo con le organizzazioni non governative. Questo libro non vuole servire solo come ‘riflessione’ ma anche come ‘azione’ che stimoli altri dibattiti e possa servire anche in un’aula di tribunale».
La parola ai politici

DIRITTI GAY: SE NON ORA, QUANDO? - Se non ora DanieleCapezzone - Gay.it Archivio

È quindi intervenuto il radicale Daniele Capezzone con tanto di enorme plico fotocopiato: «Quelle che ho con me non sono le Pagine Gialle ma il programma dell’Unione: 274 pagine in corpo 11. Non c’è una sola parola sulla laicità e sull’aborto. Sulle Unioni Civili ci sono 7 righe. Già l’inizio, ‘tutelare chi soffre’, dice tutto. Proposte e impegno per ora non ci sono. Non si tratta di una battaglia ‘di’ o ‘per’ una minoranza. La prospettiva non è nemmeno costruire altri istituti giuridici. C’è stata l’offensiva sul Pacs, questa settimana ci proveranno con la droga».
Il deputato DS Alberto Nigra, in sostituzione di Luciano Violante, ha ribattuto: «condivivo il documento del movimento glbt. Credo che nella prossima legislatura si possano raggiungere alcuni ‘obiettivi minimali’. Anche nella Margherita ci sono comunque orientamenti diversi. Non possiamo essere gli ultimi in Europa a raggiungere risultati significativi. Bisogna poi capire quando utilizzare l’importante strumento del referendum».
«La laicità non può non essere la tutela di tutti» ha aggiunto Franco Quesito di Rifondazione Comunista, in sostituzione di Katia Bellillo che non ha potuto essere presente. «I diritti civili devono essere quelli dei cittadini» ha concluso la collega di Rifondazione Luisa Peluso, Presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Torino.

DIRITTI GAY: SE NON ORA, QUANDO? - Se non ora Franco Grillini - Gay.it Archivio

I lavori della giornata sono terminati con l’intervento dell’onorevole DS Franco Grillini: «Più che l’outing preferisco l’illazione: si può fare sempre. Ho contato 70 deputati omosessuali. Recentemente ho contestato un articolo del Corriere della Sera in cui si parla di una ‘forte lobby europea’ gay. L’esigenza di una rappresentanza diretta è molto sentita. In tutto l’Occidente la questione omosessuale è molto rilevante: esprime in modo evidente il bisogno di libertà della democrazia. Gli omosessuali sono una forma di avanguardia in questo senso. Questa è una destra clerico-fascista, ignorante, stracciona e razzista. La manifestazione di Torino del 10 giugno deve essere la più grande possibile. In questa legislatura dominata da un parlamento di centrodestra era impensabile che potessimo portarci a casa qualche risultato ma non possono permetterci di non ottenerlo con un parlamento di centrosinistra».
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