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DIVERSI NELLA SCUOLA

Si moltiplicano le iniziative gay e lesbiche con gli studenti. Un’indagine ‘rivela’ che almeno il 4% di loro hanno avuto esperienze omo. Gli interventi di Rigliano, Saccà, Dall’Orto, Mapelli.

SALERNO – “La diversità a Scuola è una ricchezza”: parola di Paolo Rigliano (foto), psichiatra, psicoterapeuta che, dal sito dell’Arcigay (clicca qui), notifica “la necessità di una discussione aggiornata e argomentata dell’affettività gay e lesbica, in tutti i suoi aspetti, in un programma di educazione sessuale rivolto agli studenti”.

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L’autore di “Amori senza scandalo” (Feltrinelli 2001) comunica il suo pensiero in un periodo di particolare attività dell’associazionismo omosessuale su questo tema.
È interessante, ad esempio, l’iniziativa dell’Arcigay “Tralaltro” di Padova che ha organizzato, in questo mese, incontri con gli studenti delle scuole attraverso la forma dell’assemblea d’istituto autogestita. Ne ha parlato, sulle frequenze di Gay Tv, Fabio Saccà (foto) responsabile insieme a Mattia Gladiolo, del “Gruppo Scuola” del circolo: «Notiamo con piacere e con una punta di preoccupazione che ogni anno c’è una richiesta maggiore di nostri interventi nelle scuole.

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Troviamo positivo che gli studenti e le studentesse abbiano sviluppato e manifestato un interesse, una sensibilità nei confronti del tema dell’amore verso persone dello stesso sesso. In questo modo la nostra Associazione trova spesso terreno fertile per la costruzione di un percorso di incontro e di crescita anche con alcuni insegnanti. Non possiamo, però, non notare come questa attenzione riveli in fondo una grossa lacuna negli strumenti di formazione tradizionali».
Segnaliamo, in proposito, un articolo apparso sul Quotidiano di Salerno “La Città” (clicca qui) sull’indagine del sociologo Alessandro Turchi e la professoressa Franca Gabriele dell’Istituto comprensivo di Ogliara. I due ricercatori hanno sottoposto un questionario di 128 domande a 451 alunni delle medie salernitani. «Ciò che sconcerta di più – ha spiegato la Gabriele – è il precoce rapporto con il sesso: la metà deli intervistati afferma di avere avuto rapporti fisici con l’altro sesso, e, dato più eclatante, il 4% dei preadolescenti dichiara di aver avuto rapporti omosessuali, magari anche limitati a un solo bacio».
Il risultato sembra quasi sconvolgere l’autrice della pubblicazione, patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Salerno; e il titolo dell’articolo “Poche emozioni, tante trasgressioni” la dice lunga sull’inadeguatezza dei termini utilizzati da giornalisti ed educatori.
Paola Dall’Orto, Presidente dell’Associazione Genitori Di Omosessuali (A.GE.D.O.) nonché promotrice del video “Nessuno uguale – Adolescenti e omosessualità” coglie «l’importante dato in cui (difficilmente avviene) si ammettono i primi approcci con compagni/e dello stesso sesso. Sappiamo che non dobbiamo già dare per scontata l’omosessualità di questi giovani, ma il dato che mi ha meravigliato è che abbiano osato dirlo, seppure in modo criptato». La Dall’Orto, esperta in campo psicopedagogico, spiega: «È importante che, sotto anonimato, gli adolescenti siano stati capaci, così giovani, di dire molte verità (alle quali spesso bisogna dare un grosso taglio, visto il bisogno, in questa età di sbalordire gli adulti). Essendo madre di una persona omosessuale, vorrei dire a chi si è tanto scandalizzato che sovente fra gli adolescenti ci sono scambi di pura conoscenza che non si risolveranno sempre in omosessualità. Ma se anche così fosse, occorre verso questi/e ragazzi/e, offrire lo stesso rispetto che si offre agli altri giovani».
Commenta la ricerca dei docenti salernitani anche il prof. Giovanni Felice Mapelli che, in una relazione dal titolo “Gli adolescenti e le nostre paure” torna sui concetti di comunicazione, sessualità e vita sociale dei giovanissimi: «L’elemento a mio avviso più ‘sconcertante’ – scrive Mapelli – non è ciò che riguarda la sessualità in sé, bensì il discorso relativo alla ‘incomunicabilità’ che si registra tra adolescenti e preadolescenti oggi. In effetti oggi i giovani comunicano con una assenza di relazionalità interpersonale per monosillabi e per gesti, come in un codice criptato, pur essendo desiderosi di contatti umani e di conoscenze. La sessualità non è un’isola fuori da questo contesto».

di Pasquale Quaranta