I genitori dello stesso sesso trascorrono più tempo con i propri figli di quanto non facciano le coppie eterosessuali: non lo dice la solita associazione LGBT, ma uno The Future of Children . Lo studio, condotto da Kate C. Prickett, una ricercatrice dell’Università di Austin, in Texas, ha utilizzato gli “American Time Use Surveys”, un sondaggio sull’utilizzo del tempo da parte delle famiglie americane condotto dall’US Census Bureau (l’istituto federale di statistica statunitense) da 11 anni, a partire dal 2003 fino al 2013, analizzando un campione di oltre 40.000 coppie di genitori.
Lo studio ha infatti analizzato il tempo che ciascun genitore dedica alle attività insieme al proprio figlio. Le coppie di donne dedicano a tali attività in media il 40% in più del tempo dedicato dalle coppie eterosessuali, che è infatti 3 ore e mezza tra le prime e di 2 ore e mezza tra le seconde. Questo accade perché, secondo la ricerca, i minuti dedicati al giorno a tali attività sono sostanzialmente raddoppiati rispetto alle coppie dove è presente il papà, che statisticamente dedica ai figli la metà del proprio tempo rispetto alla mamma: sono 100 infatti i minuti mediamente dedicati dalle mamme ai propri figli, contro i 50 minuti dedicati dai papà. Curiosamente, dice lo studio, le coppie maschili del medesimo sesso trascorrono coi loro figli circa lo stesso tempo delle coppie di mamme.
L’autrice dell’indagine, Kate Prickett, ha dichiarato all’Indipendent, il giornale inglese che per primo ha dato la notizia: “I nostri risultati consolidano la tesi che l’investimento dei genitori del medesimo sesso sui loro bambini è almeno pari – e forse più forte – rispetto alle coppie di sesso diverso.”
La ricerca ha analizzato il tempo trascorso con i bambini mentre questi sono impegnati in attività che ne sostengono lo sviluppo fisico e cognitivo. Sono stati ad esempio inclusi attività come la lettura, il gioco, l’aiuto nel fare i compiti per la scuola, il bagno e la visita dal dottore, mentre sono state escluse le attività passive come ad esempio guardare la televisione, fare i lavori domestici o quelle realizzate mentre il bambino era fuori casa per una qualche ragione.
Mentre la ricerca non è stata in grado di fornire una spiegazione scientifica della differenza, la dottoressa Prickett ha invece dichiarato che lei qualche idea se l’è fatta a tal proposito. Secondo lei, infatti, vi sono due motivi: da un lato le modalità con cui le coppie omosessuali arrivano alla paternità/maternità – inseminazione, maternità surrogata o adozione che sia – sono necessariamente più complicate rispetto a quelle delle coppie eterosessuali e pertanto quando si arriva a questo passo, le coppie sono spesso più pronte e più desiderose di avere un figlio e vi dedicano più tempo; inoltre, è purtroppo ancora inevitabile che il ruolo di genere del padre nella famiglia eterosessuale tradizionale condizioni negativamente il tempo speso insieme ai figli, mentre invece i genitori del medesimo sesso sono più portati, secondo la ricercatrice, ad assumersi maggiore responsabilità genitoriale.