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ENCICLOPEDIA ANTIGAY

Esce “Omofobia – Il pregiudizio anti-omosessuale dalla Bibbia ai giorni nostri”, un immane lavoro di raccolta, che consegna alla storia fatti e personaggi protagonisti del disprezzo verso i gay.

Può la storia prendere coscienza degli ineludibili fatti avvenuti; raccontarli con efficace vigore e consegnarli ai posteri nella ragione riflessiva di quanto accaduto? Non sempre questo accade e, non per motivi di minore importanza. Chi si fregia di storicità assume spesso lo stesso ruolo di quanti raccontano drammi o gioie di una parte dell’umanità e dimenticano (magari volutamente) drammi e gioie di altri esseri e civiltà. La storia non va interpretata ma trascritta con la fedeltà che le è propria.
Dopo quattro anni di energico lavoro e di ricerche Giuseppe Lo Presti e Paolo Pedote consegnano alle stampe: “Omofobia – Il pregiudizio anti-omosessuale dalla Bibbia ai giorni nostri” (pp. 312, € 12). Il libro esce nella collana “Speciale eretica” delle Edizioni Stampa Alternativa.
L’intento non celato dei due bravi autori sembra essere quello di riconsegnare alla storia, fatti e personaggi che hanno contribuito a mantenere desto il desiderio o il disprezzo verso l’omosessualità. «Omofobia – avvertono gli autori – è una sequenza ordinata di citazioni, costruita setacciando le numerose espressioni che nella storia dell’umanità hanno condannato l’omosessualità. Sono stati consultati testi sacri, trattati di filosofia, teologia, medicina, antropologia… codici penali, sentenze, documenti ufficiali… versi di grandi poeti, dichiarazioni di protesta di fanatici religiosi, esternazioni di semplici cittadini…». Davvero una nuova forma enciclopedica che scandaglia i pensieri estetici, morali e immorali, dialoganti e coercitivi dei personaggi che hanno attraversato la loro vita confrontandosi o scontrandosi con l’amore che nutre l’anima e il corpo di due uomini.
Il libro di Lo Presti e Pedone apre con la più feroce condanna biblica verso l’omosessualità: il sacrificio di Sodoma e Gomorra. Nell’abiura totale ecco i giudizi dottrinali “contra-naturam” del Papa sulle coppie gay; del predicatore, vescovo di Tournai nella prima metà del 1100, Pietro il Cantore; dei testi biblici dell’Antico testamento all’affermazione di Santa Caterina da Siena per cui gli omosessuali coinvolti in atti immondi e abominevoli, risultano spiacevoli anche agli occhi del demonio. Alla misericordia di Dio la Chiesa ha risposto da secoli con vessazioni oscurantiste e condanne (anche a morte), presagendo, forse, di dover affrontare ai giorni nostri seri problemi sulla sessualità dei suoi alti prelati. Di grande interesse la posizione delle altre religioni (poche quelle che non sono colte da accesa omofobia).
“Omofobia” ha il pregio di poter essere letto o consultato senza la forzatura degli indici o della consequenzialità delle pagine e le “note”, riprese alla fine del libro aiutano il lettore a capire e poter sviluppare meglio l’argomento e gli autori.
Un capitolo, per noi particolarmente interessante è: “L’omofobia degli omosessuali“. Dicono gli autori: «La storia dell’omosessualità è anche la storia del rifiuto degli omosessuali verso se stessi: per paura, per necessità di sopravvivenza, per difendere un’immagine sociale, perché il fondo la società li fa sentire sporchi». Non a caso la citazione dello scrittore Corrado Levi recita: «La nostra malattia non sta nell’essere omosessuali, ma nell’averne il senso di colpa». Così compaiono ai nostri orizzonti le voci di Giacomo Leopardi, di Umberto Saba, i lamenti di Giovanni Testori verso le nostre ostentazioni, l’orgoglio sopito e il mancato riscatto (anche in occasione del suo ottantesimo compleanno, in un’intervista tv), del regista Franco Zeffirelli; la fragile visibilità di Alberto Arbasino e quella sofferta e perseguitata di Pier Paolo Pasolini per finire con un brano da: “Lampioni. Dialoghi teneri e desolati nel ghetto omosessuale” scritto da Paolo Rosso nel 1978. L’uomo in macchina dialoga con il suo amante gay: (…) (-Se di giorno dovessi incontrarmi per la strada non mi salutare, così… per precauzione…) (…) (-Non ti preoccupare, anche perché a salutare te c’è da vomitare!).
Fortunatamente oggi l’orgoglio omosessuale ha voce e qualche volta anche ascolto. Gli omosessuali ritengono giustamente di non dover nascondere, quanto difendere la loro scelta sessuale e ritroviamo audience anche nei media che riscoprono, magari per un proprio tornaconto, la cultura omosessuale.
Il penultimo capitolo è occupato dallo “Stupidario” dei nostri politici, di qualche band musicale insipida e volgare, di pennivendoli e scrittori omofobi in un intermezzo di barzellette che danno la misura della discriminazione e della insensatezza sproloquiante di chi le recita. Dice la signora Oriana Fallaci: “Alle cicali omosessuali divorati dalla stizza di non essere del tutto femmine, aborrono perfino le poverette che li misero al mondo, e nelle donne non vedono che un ovulo per clonare la loro incerta specie”. C’è di che riflettere di fronte a tanto ostracismo!
Per la loro mastodontica ricerca Giuseppe Lo Presti e Paolo Pedote hanno attinto all’archivio storico di Giovanni Dall’Orto che li ha anche aiutati durante tutta la stesura del libro; all’aiuto di Aldo Busi, di alcune biblioteche e di molti altri amici che hanno creduto in questa nuova opera. “Omofobia” è un libro che tenta di ricostruire un linguaggio nuovo mettendo in scena il disprezzo e la paura. La conoscenza di questi elementi sarà di sicuro aiuto a quanti rovistano nella propria coscienza alla ricerca di un peccato e di un male inesistente, scoprendo che l’omosessualità ha dignità e valore. Il libro di Lo Presti e Pedote, forse, andrebbe letto e fatto conoscere proprio a chi omosessuale non è, per meglio capire i confini tra tolleranza e pregiudizio. Un unico neo: ancora una volta le donne lesbiche restano ai margini di questa nuova impresa editoriale, in un silenzio oscuro e impenetrabile.
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di Mario Cirrito